Una laurea in Psicopedagogia conseguita a Roma, un ritorno nella cittadina natale di Bari Sardo, molti lavori inerenti al suo campo di studi – sebbene in cuor suo l’arte fosse sempre presente, ma ci arriveremo – e poi la svolta: Angela Maria Casu è un’artista e la creatività non si può fermare, non si può imbrigliare, chiede spazio e tempo.
«Le mie radici sarde sono state sempre profonde» racconta, alludendo al ritorno nell’Isola. «Ho un rapporto autentico e vero con la mia terra. Ogni volta che parto per un viaggio non vedo l’ora di rientrare, di risentire il profumo unico del suo mare intriso di Mirto, di Lentischio, di Cisto e Corbezzolo. Sì, mi sento fortemente legata alla Sardegna come una figlia al cordone ombelicale e mi adagio nel suo dolce ventre.»
Il Laboratorio di Angiuca – che si occupa interamente di artigianato sardo – nasce proprio così, dal desiderio, in età adulta, di non mettere freni a quella passione che Angela sentiva battere in petto. Sì, inizia piano, in punta di piedi – con la prima mostra che la destabilizza, oltre che emozionarla –, ma poi l’apprezzamento del pubblico la convince a mettere tutta se stessa nelle sue creazioni.
«L’artigianato, a mio parere, non può avere solo un orientamento geografico. L’artigiano vive nel mondo e da esso trae la sua ispirazione per creare. Anche io nel mio piccolo laboratorio ho la finestra aperta su quello che accade intorno a me e lontano da me» chiarisce. «Sono comunque una persona con il suo bagaglio culturale che cerca di realizzare oggetti partendo dalle tradizioni sarde, che fanno parte delle mie radici, arricchendoli di design moderni perché vivo nell’epoca attuale. Ho scelto di chiamarmi Angiuca perché era il nome di mia nonna materna, una donna molto conosciuta e apprezzata per il suo “saper fare”,» spiega «cuciva, ricamava, aveva una piccola biblioteca dei grandi classici (una rarità per l’epoca) e amava generosamente trasmettere le sue conoscenze.»
La vena artistica le arriva direttamente dalla madre Nida – spiega Angela – che è stata allieva nientepopodimeno della grandissima artista di fama internazionale Maria Lai.
«Fin da quando ero bimba ho avuto la grande fortuna di conoscere “Lola” (alias Maria Lai), perché frequentava la nostra casa. I nostri incontri erano sempre stimolanti, creativi e molto ricchi di affetto. Spesso si incuriosiva e mi dava consigli su come realizzare le piccole cose che fin da allora creavo. Era una donna speciale e semplice che amava tutto ciò che si poteva esprimere con il pensiero attraverso le mani. Quando poi diventai più grande, mi chiese di realizzare più volte alcune piccole creazioni che poi utilizzava per le sue meravigliose opere d’arte. Con il tempo ho fatto tesoro di tutti i suoi consigli e li ho elaborati nella mia attività creativa: avevo sempre in mente gli insegnamenti preziosi di mia madre e il suo grande sapere di artigiana.»
Con questo bagaglio di esperienze crea, nel 2019, il suo angolo di mondo artistico: «L’Atelier è dedicato allo studio e alla realizzazione di nuove creazioni e ha rappresentato un punto di svolta, aprendo il progetto all’elaborazione di prodotti realizzati a mano e finalizzati a innovare usi e materiali ecologici con il contributo significativo di attività di design e creatività.»
Particolare l’attenzione all’ambiente: «I tessuti delle mie creazioni sono naturali o riciclati come la juta, la canapa, il lino, la lana e il cotone organico. Le tinture sono ottenute da coloranti vegetali della flora spontanea sarda. Si sperimentano anche nuovi materiali in grado di sposare le mode attuali. Si producono con metodo artigianale oggetti tradizionali ma riadattati in chiave moderna: bambole in juta, stoffe colorate con tinture naturali e tessuti tipici dei costumi tradizionali della Sardegna (broccati, orbace, merletti), complementi d’arredo per la casa e accessori, per un ricco catalogo dove una tradizione artigianale antica s’incontra con l’unicità di una creatività e di una sensibilità artistica moderne.»
Un bisogno: ecco cos’è il creare per Angela, che dà energia e appaga l’anima: «Sono un’amante della natura che mi circonda, ogni piccolo particolare mi attrae. Faccio tante camminate e mi immergo con tutto il mio essere in luoghi dove regna il silenzio acuto della nostra storia archeologica. Al rientro ho sempre desiderio di creare qualcosa che mi ricorda una sensazione, un colore, un profumo, la sensazione che ho provato. Quando creo, entro in un’altra dimensione, mi sento felice e appagata. A volte la mente vaga per giorni fino a quando non porto a termine la creazione» conclude.
«La sensazione più bella è quando una persona a te sconosciuta sceglie un oggetto che hai elaborato perché gli trasmette un’emozione o un sentimento.»
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi
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