Aurelio Galleppini è un icona del fumetto italiano, colui che ha dato volto e corpo al leggendario personaggio Tex Willer ammaliando intere generazioni con le sue storie. Il disegnatore con lo pseudonimo di Galep nasce il 28 agosto ’17 a Casale di Pari (Grosseto) da genitori sardi, e come da lui stesso affermato si ispirò spesso ai paesaggi dell’Isola dove era cresciuto. 

Il famoso fumetto Tex nasce nel ’48 ideato da Galep insieme a Gianluigi Bonelli, e la prima storia ad essere pubblicata si intitola “Il totem misterioso” uscita il 30 settembre dello stesso anno nel formato a striscia. 

Eppure doveva essere un altro il personaggio di punta dell’allora casa editrice “L’Audace” realizzato dal disegnatore: “Occhio Cupo” un giustiziere del ’700. Invece il consenso di pubblico trovò Tex Willer, sovvertì le gerarchie dei fumetti, interrompendo la pubblicazione dopo pochi mesi dell’eroe in cappa e spada.

“Aquila della Notte”, nome indiano di Tex Willer essendo il capo supremo di tutte le tribù Navajos, continua ad essere il personaggio di punta della Sergio Bonelli Editore, oltre ad essere il fumetto più longevo italiano e uno dei più apprezzati all’estero. 

Professionista instancabile, Galep aveva degli orari di lavoro estenuanti che lo portavano a rimanere a lavoro fino alle prime ore dell’alba. Di questi periodi rimangono ironiche tracce sparse nelle vignette di Tex, come caffettiere necessarie per poter reggere quei ritmi, o altri elementi grafici non collegati alle strorie.

Il disegnatore di origini sarde realizzò l’ultima copertina nel febbraio ’94, il fumetto numero 400 di Tex. Già sofferente da tempo per la malattia che lo aveva colpito, disegnò il suo famoso personaggio mentre si dirigeva verso l’orizzonte intento a salutare con il cappello in mano. Il volto sorridente ed emozionato, ispirato inizialmente all’attore americano Gary Cooper, ma in seguito a quello di Galep stesso. 

Una sorta di commiato, nel quale in molti hanno visto nella roccia verso la quale si dirige Tex, Perda ‘e Liana, una sorta di omaggio alla sua Sardegna.

Da sottolineare che la questione su questa interpretazione, vede divisi gli appassionati e ammiratori di Galep. In quanto alcuni vedono le rocce del Trentino dove il disegnatore amava passare le vacanze, altri la famosa Monument Valley. 

Il tramonto disegnato nell’ultima copertina è stato anche un presagio per la fine dei giorni di Aurelio Galleppini, in quanto sarebbe morto di lì a breve a Chiavari il 10 Marzo’94. Il suo talento continua ad aleggiare nelle grandi distese e nei cieli dove vive il ranger del Texas. 

 

 

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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