Il Cynoterium sardous, chiamato anche cuon sardo, era una specie della fauna del Pleistocene medio e superiore della Sardegna e della Corsica.
Avrebbe raggiunto il massiccio Sardo-Corso durante una fase di regressione delle acque marine, in contemporanea ad una fase glaciale. Resti fossili sono stati ritrovati in varie cavità della Sardegna: Grotta Corbeddu (Oliena), Capo Figari (Olbia), Monte Tuttavista (Orosei), Grotta dei Fiori (Carbonia) e Grotta di Dragonara (Alghero). In quest’ultima è stato rinvenuto lo scheletro completo del cinoterio in uno strato corrispondente alla glaciazione Wurm, epoca compresa tra gli 80.000 e i 10.000 anni fa. La ricostruzione dell’esemplare è avvenuta in laboratorio, montata su una struttura portante di ferro.
Lungo settantasei centimetri è caratterizzato da arti corti e zampe lunghe, una dentatura molto sviluppata e un cranio dalle dimensioni più piccole rispetto al muso. Proprio queste due caratteristiche sono una contraddizione e rendono questa specie una sorte di “paradosso” della paleontologia. La dentatura da ipercarnivoro sarebbe un tratto ancestrale del cinoterio sardo. Mentre il cranio si sarebbe alleggerito a causa del nanismo insulare a cui sarebbe andata incontro la specie. Infatti, per sopravvivere si sarebbe adattato a nutrirsi di piccole prede, tra cui il prolagus, e questo lo portò a diventare un animale dalle dimensioni assai più ridotte ma fulmineo nei movimenti.
Sarebbe stato dotato di una muscolatura possente nel collo e negli arti, la mandibola per quanto robusta non sarebbe stata in grado di catturare grosse prede. Il cinoterio sardo viene descritto simile ad uno sciacallo per le dimensioni similare del cranio, ma con una dentatura come il cuon.
A Carbonia nella Grotta dei Fiori nel 2015, sono stati trovati i resti di un esemplare che rappresenterebbe una transizione tra il xenocione e il cinoterio sardo. Il fossile ritrovato nella cittadina mineraria è più grande e dotato di una dentatura più robusta degli altri tipi di canide lupino endemico catalogati, ed è stato denominato Cynotherium malatestai. Il cinoterio sardo si sarebbe estinto con l’arrivo nel massiccio Sardo-Corso dell’uomo moderno.
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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda
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