Ilbono, il Centro di aggregazione sociale è al centro di accese discussioni: l’amministrazione comunale guidata da Andrea Piroddi ha infatti eliminato la figura dell’animatore socio culturale aprendo la gestione a privati.
A esprimere il proprio dissenso, il Presidente dell’Associazione Scerì Mario Pisano, un consigliere comunale e l’avvocato Matteo Stochino, che ha definito la scelta dell’amministrazione comunale “ingiustificabile, svantaggiosa economicamente e socialmente pericolosa” (come riportato dall’Unione Sarda).
Il Sindaco Andrea Piroddi ha ricordato il clima di collaborazione tra i due Comuni, sempre improntato alla collaborazione e all’aiuto reciproco, ribadendo un altro punto: «Trovo eticamente scorrette le affermazioni dell’avvocato» ha dichiarato stamattina «l’avvocato Stochino difende in una causa contro il comune di Ilbono proprio l’ex animatore socio culturale, causa promossa dallo stesso animatore socio culturale, pertanto le sue opinioni sono quanto meno in forte conflitto d’interesse». Lo ha inoltre invitato a “portare rispetto” e a “ponderare meglio le sue opinioni”.
Non si dice stupito dalle dichiarazioni di Piroddi l’Avvocato Matteo Stochino che definisce l’amministrazione ilbonese “incapace di digerire critiche e osservazioni”.
Definisce, inoltre, infelici le scelte lessicali di Piroddi: «Sono ulteriori evidenze di un modo completamente sbagliato di rapportarsi nei confronti di chi, sempre pacatamente e argomentando motivatamente, esprime la propria legittima disapprovazione verso soluzioni organizzative non condivise e ritenute altamente penalizzanti nei termini che sono stati magistralmente esposti dalle parole dell’ignoto (o ignota) ilbonese che ha affidato alla corrente digitale di Facebook e Whatsapp un toccante messaggio in bottiglia colmo di profonda amarezza per l’arbitrario smantellamento del Centro di Aggregazione Sociale. Il Presidente dell’Associazione Scerì prima e lo sconosciuto autore del messaggio in seconda battuta, hanno inquadrato perfettamente i termini della vicenda; il primo nell’auspicare un atto di responsabilità, invitando l’Amministrazione in scadenza di mandato a demandare ai nuovi amministratori una scelta così importante; il secondo nell’evidenziare che attendo gli interessi in gioco alla dimensione umana della coesione sociale e culturale di un intero paese, la questione in discussione non possa e non debba essere assimilata a mere schermaglie elettorali» dichiara.
«Non colgono nel segno le accuse personalmente rivoltemi circa l’asserita violazione dell’etica professionale e di quella correlata alla leale collaborazione tra i Comuni di Ilbono e Lanusei per rivestire, la mia persona, sia il ruolo di difensore dell’animatore ingiustamente estromesso dal Servizio, sia quello di Presidente del Consiglio comunale di Lanusei. Le mie opinioni sulle ultime delibere adottate dal Consiglio prima (a dicembre è stato approvato lo stanziamento delle somme necessarie all’affidamento all’esterno della gestione del CAS) e dalla Giunta poi (a gennaio è stata modificata la pianta organica sopprimendo la figura dell’animatore), prescindono da qualsiasi aspetto di natura professionale e politica nel senso inteso dal Sindaco, ma discendono solo ed esclusivamente dal mio essere ilbonese, a prescindere da dove abbia scelto di abitare, e dalla consapevolezza dell’enorme importanza che il Centro di Aggregazione Sociale ha avuto e potrà ancora avere per la Comunità che mi ha dato i natali e di cui sento di essere parte».
Da ilbonese e non da Avvocato e nemmeno da Amministratore di Lanusei che Stochino dichiara di parlare.
«Le contingenze relative alla causa pendente davanti al Giudice del Lavoro, così come le esperienze professionali e amministrative che ho e ho avuto la fortuna e l’onore di poter maturare negli ultimi dieci anni, mi consentono di poter sostenere, anche in un pubblico dibattito, quanto ho già espresso in merito alla vicenda che ritengo essere economicamente svantaggiosa perché si pagherà di più per avere di meno, socialmente sbagliata perché mira a smantellare un servizio che ha contribuito alla crescita sociale e culturale di Ilbono, politicamente e amministrativamente incoerente perché si pone in antitesi con quanto dichiarato nei precedenti atti e discorsi del Sindaco e dei suoi consiglieri secondo cui lo spostamento dell’Animatore socioculturale dietro la scrivania dell’Ufficio anagrafe sarebbe stata solamente temporanea, fino all’assunzione di una nuova unità di personale o fino all’ultimazione dei lavori di ristrutturazione edilizia del CAS».
«Se Sindaco e Amministrazione sono così fermamente convinti della bontà della loro scelta e dei favorevoli riscontri che tale scelta avrebbe riscontrato in seno alla Comunità ilbonese, che indicano un referendum sull’argomento da tenersi contemporaneamente a quello nazionale sul taglio dei parlamentari e vedremo se i cittadini ilbonesi – diversamente da quanto accaduto in occasione della mozione presentata dall’opposizione ad aprile dell’anno scorso in cui la maggioranza, ubbidientemente compatta, ha respinto l’invito al ripensamento – saranno favorevoli» conclude. «La consultazione referendaria è d’obbligo se si considera che l’affidamento del CAS ai privati non faceva parte del programma elettorale sul quale la lista capeggiata da Andrea Piroddi ha avuto la fiducia degli elettori nel 2015».
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Fonte: Ogliastra News Federica Cabras
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