C’era una volta Sa Notte ‘e Xena: la vigilia di Natale nella tradizione sarda.
C’era una volta “Sa Notte ‘e Xena”, la notte che dava il via ai festeggiamenti natalizi in Sardegna. Durante Sa Notte e Xena, in italiano la notte della cena e quindi della Vigilia di Natale, era tradizione riunirsi come nel presente intorno a un tavola imbandita di prelibatezze nostrane, brindando e mangiando in segno d’unione e gioia.
Ma la vera particolarità di questo giorno riguardava il focolare, infatti la tradizione vuole che, acceso un ceppo di legno nel caminetto della casa, venisse lasciato ardere per tutta la durata delle feste, fino all’Epifania. Il ceppo veniva chiamato “Su truncu de Xena” ed è proprio intorno al caminetto che si riunivano i familiari, sfruttando il calore emanato dal focolare sia durante la cena, sia quando, finito il pasto la serata veniva allietata da racconti di storie e favole o iniziavano i giochi tradizionali come “tòmbula”, “matzetu” e “su barrallicu”, la famosa trottola tradizionale sarda.
Arrivata la mezzanotte, si iniziavano ad udire le campane, che ad ogni rintocco chiamavano la popolazione in vista de “Sa Miss ‘e Pudda”, la Messa di Natale o letteralmente tradotta “Messa del primo canto del gallo”. Questa, era una messa particolare, di celebrazione e riflessione, allietata dai cori sardi natalizi, celebrata in chiese profumate d’incenso e illuminate dai ceri, che addobbavano la chiesa creando una meravigliosa atmosfera natalizia.
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi
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