“Lo sapevamo e detto dal 2019 che se non si fosse intervenuti celermente e con una seria programmazione i risultati sarebbero stati questi”.

È l’amarezza e la rabbia di Coldiretti Nuoro Ogliastra davanti ad una invasione di cavallette che da quattro anni sta demolendo centinaia di aziende agricole e ogni anno aumentano di numero e occupano spazi sempre più estesi.

“Ma qual è la sorpresa o la notizia – è il commento amaro del presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis – ormai lo sappiamo tutti che da una cavalletta ne nascono l’anno successivo circa 30. E se ne avevamo milioni nel 2019 sapevamo tutti che se non si fossero previ provvedimenti i numeri sarebbero aumentati esponenzialmente e si sarebbero allargate territorialmente”.

“La verità – è la constatazione di Salis – è che il problema è stato sottovalutato da tutti dalla politica e non solo, e i nostri allarmi sono caduti tutti nel vuoto: è dal 2019 che chiediamo una unità scientifica a capo del gruppo operativo che deve occuparsi di questo problema. Ma al contrario abbiamo dovuto sopportare anche qualche battuta ironica perché abbiamo contribuito a dare troppa risonanza mediatica data alle cavallette. Eppure non dicevamo né più e ne meno ciò che si sta capendo oggi a distanza di quattro anni: bisogna programmare e intervenire nei tempi giusti e naturali evitando azioni massive in piena produzione con prodotti che sicuramente non distruggono chirurgicamente solo le cavallette. Invece abbiamo assistito passivi ad un aumento di numero di anno in anno delle locuste, cosi come quello delle aziende agricole coinvolte e gli ettari interessati: siamo partiti da 2 mila, poi 20, poi 30…”.

“La politica anche se in ritardo, ha cercato e sta cercando di intervenire – ammette il direttore di Coldiretti Nu-Og Alessandro Serra – ma manca una seria comunicazione ma soprattutto si è incagliata in un apparato burocratico. Avrebbero e devono informare sul reale peso del problema; quanti ettari interessa; quante aziende; qual è il flusso migratorio; dove si stanno dirigendo; quali sono i territori potenzialmente a rischio; quanto tempo servirà per debellare questa piaga; quali e quanti trattamenti stanno svolgendo e quanti ne servono; sono efficaci o stanno pensando di intervenire in modo diverso; quanti mezzi e persone hanno a disposizione; cosa possono fare le aziende. Sono tutte informazioni utili anche perché avere il quadro preciso è propedeutico per poter programmare con cognizione di causa. Ma è anche fondamentale per le aziende avere queste informazioni e potrebbero in base a queste programmare anche le proprie attività”.

“L’incertezza non aiuta ma crea divisioni e accresce il nervosismo anche perché a distanza di quattro anni in cui stanno lottando anche con il covid e gli effetti delle guerre le perdite sono ingenti – aggiunge Leonardo Salis -. Coldiretti, insieme alle aziende sono disponibili a collaborare e danno la massima disponibilità perché l’unico obiettivo è quello di sconfiggere questa invasione”.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Lo sapevate? Delle oltre cento torri spagnole della Sardegna solo tre non sono circolari. Scoprite quali.

La torre di Porto Torres, esagonale.

Erette sotto il dominio spagnolo, nel Seicento le torri costiere di Sardegna erano circa 150: in parte postazioni di semplice avvistamento e segnalazione, in parte strutture di difesa, attuata con soldati, armi, munizioni. Per tre secoli furono a guardia dei litorali sardi, in prima linea contro invasori saraceni, nemici e pirati, fino a quando, nel 1867, i Piemontesi ne abbandonarono l’uso, perché ormai più non rispondevano né ad esigenze militari, né ad esigenze economiche e sanitarie.

La torre di Salinas a Muravera, quadrata.

Adesso sono un centinaio, alcune ristrutturate, altre in cattive condizioni.

Tutte le torri, ad eccezione di quella di Porto Torres, che è esagonale, di quella della Salinas di Muravera e di Pischeredda di Nurachi, quadrate, hanno una pianta circolare.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Originaria dell’America Latina, la Tradescantia, arrivò in Europa intorno alla metà del 1600. Nel Nuovo Continente questa pianta era considerata infestante perché difficile da debellare, cresceva in mezzo alle coltivazioni danneggiandole, per questo non era apprezzata e si pensava che portasse sfortuna. Inizialmente la Tradescanzia venne utilizzata per abbellire i giardini inglesi dove la pianta cresceva più lentamente visto il clima decisamente diverso rispetto a quello latinoamericano. Tuttavia nelle zone in cui il clima è molto simile a quello ideale per la pianta, come la Sardegna, la Miseria si ambienta perfettamente e cresce forte e rigogliosa.

Proprio per questo anche nell’Isola la convinzione che la pianta porti sfortuna è molto radicata. Nonostante questo la si può trovare in moltissimi giardini e terrazze, in tutte le sue belle varietà. Si crede infatti che basti tenerla all’esterno, per scongiurare la malasorte, l’importante è non portarla mai dentro casa. Non bisogna mai regalarla alle persone a cui si vuol bene, né prenderla per sé, nemmeno un pezzetto, senza il consenso del proprietario. Se si rispettano queste semplici regole, possiamo coltivare questa bella pianta in tutta sicurezza, certi che la miseria non entrerà mai in casa nostra, o almeno non attraverso i vasi di Tradescantia.

Esiste invece una corrente di pensiero secondo la quale la Tradescantia viola in realtà porta fortuna, infatti viene chiamata “Ricchezza” e a quella è concesso di abbellire anche gli ambienti interni alla casa, attenzione però siamo nell’ambito delle opinioni, ai superstiziosi si consiglia di non portare in casa nemmeno la Ricchezza. Per chi invece non crede alle dicerie e ama le piante è vivamente consigliato riempire la casa di Miseria e Ricchezza, super resistenti, facilissime da coltivare, coi loro fiorellini a due petali e la struttura ricadente riempiranno di colore gli ambienti domestici.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Quest’anno, nel settembre del 2022, sarà ricordato e celebrato a Jerzu il 250° anno di sussistenza del Consiglio Comunale.

A renderlo noto è l’attuale Amministrazione Comunale di Jerzu.

Nel lontano 1772, i Savoia soppressero la nomina del podestà di origine feudale e diedero alle comunità il diritto e la responsabilità di scelta del consiglio e del sindaco di ciascun paese.​ Jerzu effettuava tale passaggio nel settembre del 1772.

Degli atti fondativi e delle azioni che gli jerzesi introdussero per avviare processi e comportamenti di natura democratica e di pubblica conduzione e utilità, il Comune possiede il documento originale (che vedete nella foto) sotto forma di registro dei verbali delle sedute e delle decisioni.

È un documento recuperato per vie occasionali e a tratti misteriose ed è uno dei documenti unici nel suo genere in Sardegna. È stato restaurato e sono evidenti il suo rilievo e la sua valenza storica. Sarà esibito e fatto conoscere nel corso di manifestazioni che si terranno quest’anno nella nostra comunità nel corso di una serie di iniziative di studio, di documentazione e di dibattito sul percorso della memoria identitaria e della storia comunitaria​ per​ ricordare e capire il nostro passato e provare ad individuare prospettive di riattivazione e rilancio delle energie jerzesi tra presente e futuro.

Tanto più si apriranno interessi e spazi di consapevolezza e di speranza tanto più la comunità, giovani e donne, uomini e anziani, studenti e docenti, cittadini attivi, lavoratori e pensionati, cioè tutti, parteciperanno alle diverse iniziative e alla costruzione degli eventi.

L’Amministrazione apprende con entusiasmo di questa iniziativa che, al fine di perseguire quest’ambizioso obiettivo, prevede la costituzione di un’associazione culturale aperta al contributo di chiunque voglia dare il suo consiglio e il suo apporto.

L’associazione dovrà essere libera e volontaria e l’auspicio è che si rapporti con tutti gli altri enti, come, ad esempio, la Pro Loco Jerzu e le associazioni culturali che già operano a Jerzu per finalità di crescita comunitaria e di avanzamento culturale e civico.

L’Amministrazione, che si farà stimolo e garante dell’intero evento, per coordinare e dare gambe ai diversi momenti del percorso, apprende, altresì, della volontà di intitolare l’associazione al professor Gianfranco Loi, stimatissimo nostro concittadino che ha lasciato un grande vuoto oltreché un affettuoso ricordo, proprio perché Gianfranco Loi ci ha lasciato mentre lavorava, assieme a tanti altri, alla creazione dell’iniziativa.

Di tutto questo e di altro si discuterà in un incontro pubblico e aperto all’intera cittadinanza venerdì 27 maggio alle ore 18.00 nell’aula consiliare, occasione in cui si terrà la riunione di insediamento e del programma.

Tutti sono invitati a partecipare ad un’iniziativa meritoria che si propone di mettere insieme le idee dei cittadini per capire meglio e guardare avanti.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Venezia-Cagliari finisce 0-0.

Il Cagliari retrocede in Serie B.

Non è bastata la roboante vittoria dell’Udinese per 4-0 sulla Salernitana.

Agli uomini di Agostini sarebbe bastato un gol per rimanere in Serie A anche il prossimo anno.

LA PARTITA

Match che dopo le prime notizie in arrivo da Salerno sembrava in discesa con il compito del Cagliari agevolato dalla grande prestazione dell’Udinese. Eppure i rossoblù non sono riusciti a bucare la difesa del Venezia, protagonista di una partita senza fronzoli ma di grande orgoglio. Gioco del Cagliari confusionario e poco ordinato con poche occasioni da rete chiare per sbloccare il risultato. Arrembaggio finale che non produce i risultati sperati. Ora per il club del presidente Giulini è il tempo di importanti riflessioni dopo una stagione tra le più negative della recente storia rossoblù.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Una serie di interventi ha impegnato i Vigili del Fuoco di Siniscola in tre distinti incidenti stradali e un incendio di vegetazione presso la frazione de La Caletta.

Alle 11 di stamattina il primo intervento sulla S.S. 131 DCN, al km 78 per un incendio auto, una Alfa mito è rimasta interessata da un incendio mentre era in marcia in direzione Nuoro. L’autista, un uomo di nazionalità Albanese si trovava solo in auto e dopo aver arrestato l’auto sul lato della carreggiata ha atteso l’arrivo dei soccorritori. Si registrano solo i danni alla vettura mentre il conducente è rimasto illeso.

Mentre si concludeva l’intervento la squadra è stata dirottata in località “ Straulass, presso la S.S. 125, al  km 288, a seguito di uno scontro fra un auto ed una moto che si sono urtate durante il sorpasso, l’autista della vettura è rimasto illeso, sulla moto due persone che hanno subito varie escoriazioni  a seguito della rovinosa caduta. Per uno di questi, il passeggero, si segnala anche la probabile frattura di una gamba.

Entrambi sono stati prontamente soccorsi dal Servizio Sanitario 118, che ha disposto, per quello più grave, anche l’intervento dell’elisoccorso per il suo trasporto all’ospedale di Olbia. L’incidente ha causato problemi di viabilità con code automobilistiche di circa quattro km. Sul posto è intervenuta la Polizia Stradale di Olbia e Nuoro.

Nel tardo pomeriggio la squadra è intervenuta a La Caletta a seguito di un incidente stradale occorso ad una vettura Volkswagen T-Cross, che per cause in corso di accertamento è uscita fuoristrada di strada impattando violentemente su un albero. L’autista è rimasto illeso, per estrarlo dall’auto i Vigili del Fuoco hanno dovuto abbattere le parti ancora presenti dell’albero ed estricarlo dalle lamiere.

Contestualmente un incendio sviluppatosi in prossimità della località Santa Lucia a La Caletta, che interessava delle sterpaglie ha imposto la dislocazione sul posto di una seconda squadra proveniente da Nuoro.

Le alte temperature della giornata odierna con le presenze di importanti quantitativi di erba e sterpaglie spontanee impongono per gli operatori del 115 un livello di attenzione elevato in caso di incendi specie nelle aree periurbane e di prossimità ai centri urbanizzati. L’invito alla prudenza nell’usare fiamme o elementi che possono provocare incendi è sempre valido e in particolare con l’approssimarsi della stagione estiva diventa di estrema rilevanza.

 

L’articolo Giornata di super lavoro per i Vigili del Fuoco: tre incidenti e un incendio nel nuorese proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Si narra di un gruppo di 29 persone che, passando vicino ad uno specchio d’acqua in una notte di luna piena, si trovarono a discutere sul riflesso che la luna creava sulla superficie dell’acqua.

Per molti sembrava una forma di formaggio fresco. Cosicché uno decise di gettarsi in acqua per tirarla su per primo e portarsela a casa. Visto che il primo non usciva, gli altri, pensando che se la stesse mangiando da solo senza tirarla su affinché non gliela prendessero gli altri, per ingordigia.

Uno dopo l’altro, si gettarono a loro volta in acqua per accaparrarsene almeno una fetta. Ma nessuno ci riusciva perché il presunto pezzo di formaggio spariva a causa dello spostamento dell’acqua provocato dal tuffarsi di ciascuno di loro e perché, mano a mano che si avvicinavano al punto in cui ritenevano di poterla acchiappare, trovavano sempre maggiori difficoltà a muoversi perché il terreno sottostante, piuttosto fangoso, tratteneva dapprima i loro piedi per poi inghiottirli lentamente.

In questo modo morirono 28 di loro mentre solo uno poté raccontare ciò che aveva visto.

L’articolo Leggende ogliastrine. Bintottu personas in sa fogi: una lezione sull’avidità proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Il rapper e discografico olbiese Hell Raton, all’anagrafe Manuel Zappadu, è stato avvistato in questi giorni in Ogliastra.

Oggi, in particolare, il 32enne alla guida della Machete Crew (con Salmo e Slait) ha fatto tappa a Tortolì e si è goduto il sole nella spiaggia di San Gemiliano.

La presenza dell’ex giudice di X Factor non è sfuggita ai fans, che si sono fatti avanti per un selfie e quattro chiacchiere nel chiosco bar Babilonia.

Ringraziamo per lo scatto Stefania Lepori, con Manuelito nella foto.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Che la Sardegna sia una terra che racchiude centinaia di tesori tra i più antichi del mondo è ormai assodato. Ma forse in pochi (anche nell’Isola) sanno che proprio nella nostra bellissima regione esiste una “Ziqqurat”, proprio come nell’antica Mesopotamia, nonostante non vi siano tracce di collegamenti tra le popolazioni isolane dell’epoca e coloro che costruirono queste strutture in Medio Oriente.

Lo “ziqqurat sardo” si trova esattamente a Monte d’Accoddi, una piana situata a 11 km da Sassari, lungo la vecchia Carlo Felice in direzione Porto Torres. Si tratta precisamente di un altare di epoca prenuragica a forma tronco-piramidale che veniva usato per il culto della fertilità della Terra e della rigenerazione. Ma da chi fu costruito? La leggenda narra di un principe mesopotamico che fuggì e si rifugiò in Sardegna e fece erigere un complesso megalitico adibito al culto; con la differenza che, mentre le ziqqurat mediorientali erano “templi del sole”, il principe lo dedicò alla luna.

Nella realtà, invece, gli storici convergono sul fatto che l’altare di Monte d’Accoddi sia stato costruito intorno al 2.700 a.C. dalle genti della cosiddetta “cultura di Abealzu-Filigosa”. La costruzione prese il posto di un’altra precedentemente eretta nel 3500 a.C. dalle genti della “cultura di Ozieri”, che però venne distrutta da un incendio. Attorno allo “ziqqurat” ci sono i resti di un villaggio costituito da capanne quadrangolari, delle pietre sacrificali e due reperti a forma sferica che, secondo gli studiosi, rappresentavano agli occhi degli antichi abitanti della zona il sole e la luna.

(Foto: Wikimapia).

La terrazza in cima alla “ziqqurat” era, secondo le credenze dell’epoca, il punto di contatto tra uomo e divinità. Si ritiene anche che all’interno vi sia una stanza che avrebbe ospitato il letto del sacerdote che si accoppiava ogni anno con una vergine per compiere il rito della “fertilità della Terra”. Questa è solo un’ipotesi, perché nessuno mai è riuscito a scavare per via del reale pericolo di crolli. Dal ritrovamento di alcune lastre in pietra con sette fori attorno, gli studiosi ritengono siano potute servire per legare con catene le vittime dei sacrifici che, con ogni probabilità, erano dei bovini. Ad avvallare questa tesi, il ritrovamento di fossili con resti di pasti sacri e strumenti utilizzati nei riti propiziatori.

(Foto: wikimapia)

Lo “ziqqurat sardo” fu abbandonato all’inizio dell’età del Bronzo antico (1800 a.C.) ma venne riutilizzato solo saltuariamente per le sepolture. Durante la Seconda Guerra Mondiale, attorno ad esso vennero scavate delle trincee utilizzate dalla contraerea, arrecando un danno irreparabile  al sito. L’altare fu scoperto quasi per caso nel 1954 da Ercole Contu, quando gli archeologi notarono un ammasso di terra anomalo che formava una collinetta in una zona altrimenti del tutto pianeggiante. Di lì, gli scavi che portarono alla luce questo tesoro unico, per struttura architettonica, non solo in Europa, ma in tutto il bacino del Mediterraneo.

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Festival dei tacchi, immagine di repertorio

 

Sarà la parola “libertà” il leitmotiv che attraverso un immaginario filo conduttore legherà gli spettacoli di questa XXIII edizione del Festival dei Tacchi organizzato dal Cada Die Teatro, con la direzione artistica di Giancarlo Biffi e che si terrà tra i comuni di Jerzu e di Ulassai dal 4 al 9 agosto.

Sei giornate, 16 spettacoli, 7 palcoscenici, 2 laboratori teatrali e presentazioni letterarie.

«Dopo due anni difficili e quello in corso non certo migliore, in cui le libertà individuali e collettive sono state messe a dura prova, non possiamo che aggrapparci nuovamente all’arte, al teatro, per provare a stare a galla e resistere alla barbarie di un tempo che ogni giorno si fa sempre più minaccioso. Nel presente che si fa futuro ci toccherà come in altri momenti, incamminarci lungo antichi sentieri in cui memoria e progresso, saranno ingredienti indispensabili per nuovi fiammanti incontri, nella ricerca audace di nuovi sogni. Tutti da vivere, tutti da sperimentare per una Libertà da curare e proteggere come la figlia più preziosa», spiega il direttore artistico Giancarlo Biffi.

Saranno libertà violate quelle raccontate da Pierpaolo Piludu in “Pesticidio” (4 agosto), lo spettacolo prodotto dai padroni di casa che aprirà la prima delle sei serate in programma. Il protagonista, Bachisio, un uomo semplice e mite, fortemente legato alla natura e alla sua esistenza di contadino sarà costretto alla lotta per far valere i propri diritti e difendere il valore della madre terra contro l’avidità dell’uomo e il potere del dio denaro. Durante la serata sarà proiettato un estratto del documentario “Dagli scarti nascon tesori” di Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu.

Di libertà ridotte e di scelte obbligate racconterà anche il premio Oscar Giuseppe Cederna (5 agosto) in “La cortesia dei non vedenti”. Partendo dall’esperienza della poetessa polacca e premio Nobel Wislawa Szymborska, l’artista romano parlerà di Mediterraneo, di isole e di migranti che vi approdano. Un viaggio intorno alle questioni del mondo e alle ingiustizie della vita che mettono a dura prova l’esercizio delle libertà.

Ascanio Celestini (6 agosto) torna al Festival per celebrare uno tra gli uomini più liberi del nostro Novecento, Pier Paolo Pasolini con il suo “Museo Pasolini”. A cento anni dalla sua nascita, Celestini interpreta la guida di un ipotetico Museo dedicato alla figura dell’intellettuale scomparso nel 1975 che cercherà di offrire risposte sulla sua vita attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, ma anche semplicemente amato, odiato o anche solo immaginato.

Valerio Aprea (7 agosto) sarà il protagonista di “Gola e altri pezzi brevi”, viaggio nel ricordo dello sceneggiatore prematuramente scomparso Mattia Torre che di libertà se ne prendeva tante quando scriveva del Belpaese, mettendo alla berlina molti vizi e qualche virtù di un popolo spesso votato alla menzogna di convenienza, all’inganno, al raggiro, al disperato inseguimento di miti fragili ed effimeri come il lusso sfrenato e delirante.

Scelte obbligate e libertà messe costantemente in discussione sono alla base anche dello spettacolo di Paolo Rossi (8 agosto) “Pane o libertà”, dove il comico milanese si trova di fronte a un bivio: “scegliere tra mangiare, vivere o avere la libertà”. Per rispondere dialogherà sul palco con alcuni amici che non ci sono più, gli “allegri morti”, che dell’inseguimento della libertà hanno fatto la propria ragione di vita: De Andrè, Jannacci, Fo, Gaber e persino il fantasma di Maria Callas.

MoniQue Foto – MONICA CONDINI

L’ultimo spettacolo serale delle sei giornate del Festival (9 agosto) è dedicato all’astrofisica Margherita Hack, una donna straordinariamente libera da convenzioni e schemi predefiniti, una tra le massime esponenti mondiali della ricerca scientifica a cui il nostro Paese deve un enorme debito di riconoscenza. Ginevra Di Marco con Francesco Magnelli e le musiche dal vivo di Andrea Gozzi, mettono in scena “L’anima della Terra vista dalle stelle” (9 agosto) un racconto in musica a cento anni dalla nascita della scienziata fiorentina, che ne racconta la vita, personale e professionale, i pensieri, il lavoro e l’irrefrenabile voglia di raccontare la verità ad ogni costo, di schierarsi e lottare. Nella stessa giornata la giornalista Paola Pilia intervisterà Roberta Balestrucci Fancellu, autrice del libro “Margherita Hack, in bicicletta tra le stelle”.

Ma non saranno solo le prime serate a raccontare di libertà e vite condotte alla sua ricerca. Il mito di Arianna, rinchiusa nel labirinto delle sue ossessioni, sarà al centro dello spettacolo “Voci. Ogni isola ha il suo labirinto” scritto e interpretato da Rossella Dassu con l’accompagnamento musicale di Marianna Murgia.

Per questa XXIII edizione torna anche un’amica di vecchia data del Festival, Giuliana Musso, ma in veste di regista dello spettacolo “Cattivo”. L’attore Tommaso Banfi è un detenuto condannato all’ergastolo e “dimenticato” nella cella di isolamento di un carcere-isola.

“Storie meticce” di Alessandro Mascia del Cada Die Teatro è un progetto teatrale di storie raccolte e vissute, ma anche un viaggio dentro se stessi, per riappacificarsi con il proprio passato, con l’aiuto delle persone incontrate e delle loro vite, racconti e sogni.

Mamadou Diakité, della compagnia Bottega degli Apocrifi, porterà in scena “Racconto personale- incontro teatrale”, storia di un giovane cittadino della Costa D’Avorio che si è messo in viaggio “senza valido motivo”, semplicemente pensando di avere diritto a un’occasione nella vita per inseguire un sogno, ancora una volta, di libertà.

Luca Radaelli assieme a Walter Broggini, saranno gli interpreti di “Lear e il suo matto”, originale messa in scena in forma di teatro di figura dove il re dialoga appunto col suo matto, ma alla fine sarà molto difficile capire chi dei due è il vero folle.

Giuseppe Cederna sarà protagonista anche di un secondo spettacolo “Odissea, un racconto mediterraneo”, progetto long seller di Sergio Maifredi che dal 2011 con il Teatro Pubblico Ligure restituisce all’originaria narrazione orale un poema caposaldo della letteratura occidentale. Qui si racconta di Odisseo accolto nella reggia di Alcinoo all’isola dei Feaci, esempio di civiltà e rispetto per l’uomo, dopo l’incontro con Calipso che con la sua promessa d’eternità non è riuscita a trattenere chi amava.

Eliana Cantone, sorprendente interprete del teatro italiano, capace di rapire e affascinare il pubblico con una straordinaria vivacità comunicativa, racconterà la storia della giovane Alba in “Alba dell’Orrido di Elva”. Alba, nata a Elva, tra le montagne della Val Maira, attraversa da adolescente la prima guerra mondiale. Ormai donna lascia le montagne per realizzare il suo sogno di diventare maestra; come dote porta con sé il segreto della guerra partigiana, della quale è partecipante attiva. Alba sopravvivrà anche alla seconda guerra mondiale e per la prima volta, ormai cinquantenne, sarà chiamata a esprimere il suo voto nel primo suffragio universale italiano.

 

TEATRO DEDICATO AI RAGAZZI

Nel variegato e articolato programma di questa edizione del Festival spazio anche a due produzioni dedicate in particolare ai più giovani. Marcello Sola del Teatro Telaio di Brescia racconta “Kon-Tiki. Un viaggio in mare aperto”. Kon-Tiki è il nome della zattera costruita nella primavera del ’47 dall’esploratore norvegese Thor Heyerdahl, che partì dal Perù per raggiungere via mare le isole della Polinesia Francese.

Senza remi, senza motore, sfruttando solo la corrente marina, i venti alisei e la buona sorte: 101 giorni in mare aperto assieme a un pappagallo.

Tornano anche quest’anno, come di consueto, le storie del coraggioso Gufo Rosmarino, scritto e interpretato da Giancarlo Biffi. “Gufo Rosmarino al gran circo dei pinguini” è una dolce intrepida storia d’amicizia e fratellanza, sulle ali dell’avventura, attraverso il profondo sentimento dell’affetto. Di case che si lasciano e case che si trovano, case immobili e case in continuo movimento, case da cui si è portati via e case a cui si vuole ritornare.

LABORATORI

Durante le giornate del Festival si terranno anche due laboratori: “Storie ad alta voce” condotto da Giuseppe Cederna e “L’eresia del cannonau”, tratto dal libro di Gesuino Nemus, diretto da Rossella Dassu e Mauro Mou.

 

L’articolo Ogliastra, torna il Festival dei Tacchi: ad agosto Celestini, Rossi e tanti altri grandi nomi proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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