I famosi elmi cornuti dei Vichinghi potrebbero avere un’origine mediterranea, sarda in particolare.

Lo rivela uno studio danese pubblicato sulla rivista Praehistorische Zeitschrift. In particolare sono state ritrovate delle tracce nei celebri copricapo di Veksø, custoditi in Danimarca.

L’archeologa danese Helle Vandkilde ha spiegato alla Cnn che quegli elmi furono lasciati in quella palude poco dopo l’anno mille a.C., tantissimi secoli prima dallo sviluppo della civiltà norrena. Lo studio ha individuato nelle civiltà fiorenti nel Mediterraneo centro-occidentale durante l’età del bronzo, tra la Sardegna e la Spagna, la matrice di quel genere di elmi.

I manufatti sarebbero o arrivati via mare in rotte mercantili già particolarmente sviluppate in quell’epoca (basti pensare ai Fenici), o ispirati proprio a quelle civiltà.

 

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Un nuovo tassello si aggiunge nelle indagini legate all’omicidio di Gergei.

Oggi, infatti, è stata effettuata sul corpo dell’allevatore 63enne Massimo Deidda, l’autopsia.

Come confermato dalla perizia sono state le bastonate sferrate alla testa dell’uomo (circa sei o sette) a causare un’emorragia cerebrale poi risultata fatale. La scatola cranica è risultata fratturata.

L’uomo è stato barbaramente ucciso a bastone nel suo podere, lunedì sera. Sono state fermate due persone, Cesare Tiberio Farris e Stefano Farris, padre e figlio di 59 e 29 anni, entrambi allevatori, che con la vittima avevano avuto degli alterchi in passato. Proseguono le indagini nel massimo riserbo.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Incendio in agro del Comune di Jerzu in località Riu de Orroli.

Lo spegnimento è stato coordinato dal personale della Stazione del Corpo Forestale di Jerzu, coadiuvata dal personale elitrasportato a bordo dell’elicottero proveniente dalla base elicotteristica del CFVA di San Cosimo.

Sul rogo sono intervenute le squadre dell’Agenzia Forestas dei cantieri di jerzu, Ulassai e Cardedu.

L’incendio ha percorso una superficie di circa 1 ettaro di superficie boschiva. Le operazioni di spegnimento sono terminate alle 14:57

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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È appena cominciata l’estate e in Sardegna milioni di persone affollano le bellissime spiagge dell’Isola.

Da nord a sud, passando per le isole minori è un trionfo di tintarelle, nuotate, chiacchiere sotto l’ombrellone, giochi da spiaggia e partite a racchettoni. Non bisogna dimenticare però che la spiaggia non è solo un bellissimo rifugio dalla frenesia della città, ma anche un luogo naturalistico da rispettare e tutelare.

Ecco a voi le 6 regole per trascorrere una giornata al mare in Sardegna nel pieno rispetto della flora e della fauna locale.

1) Non buttare rifiuti in mare o sulla spiaggia. Sembra una regola banale, ma ancora oggi non è rispettata da tutti. Qualsiasi tipo di rifiuto, anche di tipo organico, può essere nocivo per l’ambiente, gli animali o l’uomo stesso. Evitate senza se e senza ma di disperdere qualsiasi genere di rifiuto: cicche di sigaretta, plastica, carta, olii, semi di frutta, bucce di banana o altro. Lasciate la spiaggia così come l’avete trovata, anzi, se possibile anche meglio, magari raccogliendo un po’ di rifiuti prodotti da qualche incivile. Il mare ve ne sarà grato.

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2) Pescate solo dove è consentito. In Sardegna è possibile praticare la pesca, sia subacquea sia da terra. In molte località però vigono dei divieti, in alcuni casi per la presenza di un’area marina protetta con diversi gradi di salvaguardia. Per alcune specie ittiche vale il divieto totale, per altre la pesca è fortemente regolamentata e/o vietata in determinati periodo. Prima di imbracciare la canna da pesca o il fucile subacqueo è bene consultare la sezione del sito di Sardegna Ambiente.

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3) Lasciate in pace gli animali e non toccateli. Gli animali marini sono uno spettacolo della natura, ma solo se li lasciamo in pace. Evitate quindi di rimuovere stelle marine, ricci, paguri, lumache o altri esseri viventi dal loro ambiente naturale. Potrebbe costare loro la vita e a voi una salatissima (e meritata) sanzione.

4) Le meduse non sono un nemico da sconfiggere, ma bellissime creature con cui dobbiamo convivere, ovviamente a distanza. Come tutti sappiamo le meduse sono animali i cui tentacoli possono essere più o meno urticanti. Una puntura di medusa può essere anche molto dolorosa. Questo non significa che una giornata al mare si debba trasformare in una violenta caccia al temutissimo celenterato. Troppo spesso si assiste a scene in cui adulti e bambini, armati di coppo e secchiello, raccolgono questi animali per farli morire in una fossa lungo l’arenile. Ricordiamoci che in mare l’ospite è l’uomo, non viceversa!

5) In presenza di un animale ferito contattare gli enti di riferimento. Può capitare di imbattersi in tartarughe, pesci o cetacei feriti che arrivano in riva agonizzanti. In questi casi bisogna limitarsi a prestare il primo soccorso alle povere bestiole, mantenendole idratate e vigilando su di loro fino all’arrivo dei soccorsi. L’ente di riferimento generale è la Guardia Costiera, che risponde ovunque al numero 1530.

6) Non portare via nulla dalla spiaggia. I souvenir da portare a casa dopo una vacanza non si trovano in spiaggia, ma nei negozi e nelle boutiques. La sabbia dell’arenile, le conchiglie, i sassolini, i ciottoli e qualsiasi altro elemento dell’ecosistema marino deve restare esattamente dove lo abbiamo trovato. Chi trafuga questi elementi dalla spiaggia non solo compie un atto deprecabile dal punto di vista morale, ma può incorrere anche in una denuncia e in una salatissima multa, ben più salata dell’acqua in cui ci si è regalati bagni da sogno.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Anche quella di oggi è stata una giornata contraddistinta dagli incendi nell’Isola.

Grave rogo in agro del Comune di Codrongianos nella località Su crabile, il cui spegnimento è stato coordinato dal personale della Stazione del Corpo Forestale di Ploaghe , coadiuvata dal personale elitrasportato a bordo degli elicotteri provenienti dalle basi elicotteristiche del CFVA di Anela, Limbara, Fenosu e Bosa. Dal primo pomeriggio hanno operato anche un Canadair di stanza ad Olbia ed un secondo proveniente da Ciampino. In serata sul posto è giunto un terzo Canadair proveniente dall’aeroporto laziale.

Sul rogo sono intervenuti: le squadre dell’Agenzia Forestas dei cantieri di Ploaghe e Sassari, le squadre della Compagnia barracellare di Muros e le squadre dei VVF di Sassari e Portotorres

La situazione è in miglioramento, ma non si spegnerà nella notte. Le strutture e abitazioni sono state lambite dalle fiamme, ma messe in sicurezza da Vigili del Fuoco e forestali. Le fiamme sono arrivate al cimitero a ridosso del paese.

Lavori sicuramente in prosieguo anche nel turno notturno.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Una squadra dei Vigili del Fuoco di Nuoro alle ore 18:00, è intervenuta in via Settembrini, nel Comune di Gavoi, a seguito di un incidente stradale.

Sono state coinvolte in uno scontro frontale due autovetture: una Fiat Panda con due persone a bordo e una Ford Fiesta con un solo occupante.

Le persone coinvolte non hanno riportato gravi contusioni. Sul posto il personale sanitario del 118 che ha fornito assistenza ai feriti e una pattuglia della Polizia di Stato.

La squadra dei Vigili del Fuoco ha provveduto a mettere in sicurezza le auto al fine di consentire la regolare circolazione stradale.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Nel territorio di Gairo Sant’Elena, precisamente all’altezza del Rio Sarcerei, si trova una Conca molto famosa in Ogliastra, chiamata in dialetto “Sa fogi ‘e Susanna” (La conca di Susanna). Dietro questo nome si nasconde una storia affascinante quanto drammatica: un mix di onore, amore ostacolato e faide tra famiglie.

Tra il settecento e l’ottocento, l’onore e la dignità del nome della famiglia erano più importanti persino del sangue: l’apparenza, ovvero ciò che dovevi mostrare alla comunità, vinceva sulla verità. Tante leggende e storie sarde, tramandate da generazione e generazione, hanno come protagonista un amore travagliato e ostacolato: questa è una di quelle storie.

Come in “Romeo e Giulietta” di Sheakespeare, la gairese Susanna Depau, si era invaghita del ragazzo sbagliato. Un ragazzo che apparteneva alla famiglia rivale da sempre dei Depau, quella dei Lorrai. Da quest’amore tenace, pronto ad allontanare l’odio e la vendetta che da sempre avevano contraddistinto le due famiglie, venne concepito un figlio. La ragazza volle condividere la sua felicità con la sorella, Peppa, certa che il cognome del bambino non avrebbe influito sull’amore che una sorella ha verso un’altra sorella. Ma le sue speranze furono vane.

Peppa riferì tutto al resto della famiglia, considerando quella nuova vita come una disgrazia che stava per abbattersi contro la propria stirpe.  Saputa la tragedia, l’intera famiglia Depau iniziò a pensare e a organizzare, in segreto, un piano per disfarsi del bambino. Un piano da non svolgere nell’immediato, ma quanto bastava per evitare che i segni della gravidanza iniziassero a venire alla luce e potessero infangare il buon nome della famiglia.

Passarono alcune settimane, il tempo necessario in cui Susanna potesse tranquillizzarsi e non sospettare di nulla, quando la sorella Peppa la invitò ad andare a raccogliere legna per il pane, che avrebbero cucinato il giorno successivo. Prima dell’alba, le due sorelle Depau si incamminarono tra le montagne, all’altezza della Valle Nera, chiamata così per la configurazione scura che prende il Rio Sarcerei, giungendo ad uno strapiombo in cui alla fine si trovava una conca con le acque profonde. Proprio in quel luogo, cosi macabro e scuro, si sarebbe compiuto il piano premeditato dalla famiglia Depau.

Peppa non ci penso due volte e compì il piano tanto agognato, certa che quel luogo sarebbe stato perfetto per nascondere il delitto. Quando Susanna si chinò per prendere il fascino di legna che aveva raccolto, proprio vicino allo strapiombo, la sorella la spinse giù nella conca, lasciando che fosse abbracciata dalle acque scure e dalla morte. Da quel drammatico momento, quanto crudele, la conca prese il nome di “Sa foggi e Susanna” ovvero “La conca di Susanna”.

Il giovane Lorrai, appresa la notizia, si recò al pozzo del paese in attesa dell’assassina della propria amata. Quando Peppa giunse al pozzo, il giovane la uccise alla luce del giorno e davanti all’intera comunità.
Questa è una delle tante storie di vite spezzate a causa dell’onore e della vendetta.

Fonte: Dossier del Comune di Gairo

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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La bimba morta nei giorni scorsi a Burgos poco dopo essere venuta al mondo non è morta per cause violente.

Lo ha stabilito l’autopsia eseguita questo pomeriggio dal medico legale del Policlinico di Monserrato. La notizia è stata riportata dall’Ansa.

Come appurato la bimba è nata prematura e le cause del suo decesso, avvenuto 5 giorni dopo la nascita, non sono legate ad alcun episodio di violenza.

La piccola potrebbe essere morta o per il fatto stesso di essere nata prematura, per eventuale malnutrizione o per altre cause ancora, ma sarà l’esame istologico a sciogliere ogni dubbio.

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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La Sardegna, terra anticamente matriarcale, ha colto in passato diversi primati per quanto concerne i traguardi raggiunti dal genere femminile nel tempo.

Uno di questi riguarda la prima sindaca donna della storia italiana. Non ci volle molto tempo: Ninetta Bartoli da Borutta fu eletta prima cittadina del suo paese nel 1946, lo stesso anno in cui le donne ottennero il diritto di voto.

Ninetta Bartoli – classe 1896 – nasce a Borutta, piccolo comune del Meilogu (Logudoro) che in quel tempo conta circa 600 abitanti. La sua è una famiglia nobile e l’agiatezza si riflette anche sulla sua istruzione, sin da subito importante e prestigiosa: Ninetta ha l’opportunità di studiare a Sassari, nell’Istituto Figlie di Maria, la scuola più esclusiva della città. Odia la disuguaglianza tra donna e uomo, non è particolarmente attratta da quelli che sono considerati compiti femminili e non accetta di essere sottoposta a nessuno. Non vuole nemmeno sposarsi. Nel suo petto arde un fuoco, un fuoco che brilla di forza e coraggio, di indipendenza e di voglia di cambiare. Il mondo. Le convinzioni. Il futuro delle donne.

Sente subito una grande attrazione – soprattutto quando incontra la figura di Giovanni Battista Manzella, missionario carismatico – per azione e impegno sociale e mette a frutto questa passione, la rincorre e la nutre affinché cresca e diventi inarrestabile.

È consapevole di poter avere un futuro diverso dalle donne sue conterranee e contemporanee. Sa di poter agire. Sa di poter essere qualcuno.

Stringe presto amicizia con Laura Carta, futura moglie di Antonio Segni. Inizia la pratica politica così, avvicinandosi sempre più alla Dc locale e ai suoi vertici.

È il 1945 quando diventa segretaria della sezione locale della Dc. L’anno successivo, si candida a sindaco. Le donne hanno già la cittadinanza politica (anche se da poco tempo), ma non sono tante quelle che esercitano questo diritto, ancor meno sono le elette. Ninetta sbaraglia tutti, però, e ottiene la carica grazie a quasi il 90% dei voti. Il consiglio comunale la elegge sindaca, e lei in una decina d’anni cambia le sorti del suo piccolo paese.

È rispettata, persino temuta, certamente vista come una figura nuova, una donna forte che sa quel che fa, che rompe gli schemi.  Del resto è la prima sindaca d’Italia. Da piccolo centro, Borutta diventa un luogo moderno, aperto. Bartoli costruisce le case popolari, le scuole elementari e l’asilo, il cimitero, una cooperativa per la raccolta del latte e la produzione dei formaggi, una casa di riposo e molto altro. Inoltre, dota Borutta di acquedotto e sistema fognario e porta l’energia elettrica. Fa anche ristrutturare, con il suo patrimonio, il complesso monastico di San Pietro di Sorres e fa arrivare presto una comunità di monaci benedettini.

La Bartoli viene accantonata dal partito 12 anni dopo e smette di fare politica – non smettendo, questo mai, di sostenere e aiutare il prossimo –. Ninetta muore a Borutta nel ’78, in suo onore nessuna strada. Esiste, tuttavia, un premio a suo nome per ricordare azione politica e determinazione.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Quest’anno uno degli eventi più attesi dell’estate Baunese tornerà in Piazza.

Sono state sciolte le ultime riserve e il gruppo Amici della Sagra in collaborazione con la Pro Loco Annibale Simonini hanno deciso la data per la diciottesima edizione della “Sagra del Maialetto”.

Si svolgerà infatti il 23 luglio come di consueto nella centralissima Piazza Bingigedda per la gioia delle centinaia di vacanzieri che ogni anno scelgono l’Ogliastra per le proprie vacanze.

Le precedenti 17 edizioni, organizzate alle origini dall’Associazione Ajosa e successivamente in alternanza da diverse compagnie di caccia grossa e nelle ultime edizioni da un gruppo affiatatissimo di amici in collaborazione con la Pro loco, hanno fatto registrare sempre grandi numeri diventando uno degli eventi più attesi.

Dopo due anni di stop forzato causa pandemia si cerca di ripartire, con la speranza che come nelle precedenti edizioni, la sagra sia una bellissima giornata fra gusto e divertimento.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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