Truffa ai danni di un cittadino di Ilbono.

I Carabinieri della Stazione Carabinieri di Ilbono dopo un’attenta e precisa attività sono riusciti ad individuare un uomo di Torino che si era fatto corrispondere una somma per l’acquisto di una autovettura senza mai concretizzare lo scambio.

L’uomo denunciato per truffa era riuscito ad ottenere una somma di 1000 euro.

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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I Carabinieri della Stazione Carabinieri di Bari Sardo a termine accertamenti hanno denunciato uomo del posto con precedenti.

Il denunciato ha omesso di custodire adeguatamente il proprio cane di grossa taglia.

L’animale si è avventato su un assistente sociale che stava esercitando le sue funzioni.

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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È un saluto commosso e sincero quello che Alessio Cragno rivolge al Cagliari e al popolo sardo dopo l’ufficialità della cessione al Monza.

“Non avrei mai immaginato e né tantomeno voluto salutare dopo un epilogo così triste e doloroso – spiega il portiere toscano -. Purtroppo però, non sempre il finale è bello quanto la storia. Sono stati 8 anni meravigliosi. 8 anni in cui ho avuto la fortuna di conoscere un Popolo orgoglioso, incredibile, generoso e innamorato follemente della propria terra. Una terra meravigliosa che, oltre ad accogliermi e a farmi sentire a casa fin dal primo istante, mi ha regalato le gioie piu incredibili della mia vita: mia moglie e le mie due figlie. Ci tenevo con tutto il cuore anche a ringraziare il Popolo Rossoblu che in tutti questi anni non mi ha fatto mai mancare il suo amore, il suo sostegno e perché no, anche qualche critica, che è certamente stata uno stimolo in più per migliorare sia come giocatore che come uomo”.

“Non so ancora se sarà un addio o solamente un arrivederci, ma so certamente che qualsiasi cosa accada vi porterò sempre nel mio cuore” conclude l’”Uomo Cragno”.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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In data odierna, su un totale di 8 incendi occorsi sul territorio regionale, si segnala un incendio, per la soppressione del quale, il Corpo forestale ha utilizzato, oltre le squadre a terra, anche i mezzi aerei del sistema regionale antincendio.

Il rogo è avvenuto in agro del Comune di Jerzu, località “Bruncu Baxi Niedda”.

Lo spegnimento è stato coordinato dal personale della Stazione del Corpo Forestale di Jerzu, coadiuvata dal personale elitrasportato proveniente dalle basi del CFVA di San Cosimo e Villasalto.

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Venerdì 01 Luglio tanti appassionati provenienti da ogni parte dell’isola e non si ritroveranno nella
Città di Tortolì per ammirare lo straordinario spettacolo del 33° Giro d’Italia Donne 2022.

Il percorso prevede la 2^ Tappa del 33° Giro d’Italia Donne 2022: Venerdì 01 Luglio, la Villasimius – Tortolì (Arrivo) che da Bari Sardo SS 125, interesserà le Vie Garibaldi, Foddeddu, N. Taramone, Bertulottu, Via Dante e arrivo previsto in Via Mons. Virgilio – fronte Scuole Elementari.

Le strade interessate dal passaggio della corsa verranno chiuse al traffico a partire dalle ore 14.00, in quanto l’arrivo delle atlete e della Carovana del Giro è previsto intorno alle ore 15.00.

La manifestazione, per il notevole afflusso di pubblico previsto comporterà una serie di provvedimenti limitativi sulla circolazione dei veicoli in Tortolì.

Già dal giorno prima, nello specifico dalle ore 16.00 di Giovedì 30 Giugno 2022 sino alle ore 18:00
del 01 luglio 2022, sono previsti divieti di transito e sosta con rimozione forzata in alcune aree del
centro per consentire, appunto, l’allestimento del Quartier Tappa in Via Brigata Sassari, intervallo
Via Gramsci – Via Baccasara.

Venerdì 01 Luglio 2022, (dalle ore 05.00 alle ore 18.00), si procederà inoltre alla chiusura delle
seguenti strade: in Via Mons. Virgilio (intervallo Via Cedrino – Via Sardegna), in Via Giordano
Bruno (intervallo Via Gramsci – Via Dante), in Via Baccasara (intervallo Via Del Mercatino – Via
Oristano), in Via Tirso (intervallo Via Mons. Virgilio – Via Temo), in Via Cedrino, area parcheggi
adiacenti Piazza Rinascita.

Per consentire il regolare svolgimento della manifestazione sportiva e garantire la pubblica e privata incolumità, il Comando di Polizia Locale ha individuato dei percorsi alternativi per il traffico veicolare proveniente dalle tre direttrici la Olbia – Nuova SS 125, la Lanusei – SS 198 e la Bari sardo – Vecchia SS 125.

Ecco come cambia la viabilità:

Il traffico veicolare proveniente dalla direttrice Olbia – Nuova SS 125, si dovrà immettere in Zona
Industriale passando attraverso l’Asse Viario Industriale, la rotonda cantina sociale, proseguendo
obbligatoriamente nella Via Baccasara, in direzione sede del Consorzio Industriale – rotonda
industriale per arrivare nella Zona Loc. La Capannina e nella Frazione di Arbatax, oppure direzione
sede del Comando dei Vigili del Fuoco per immettersi nel Viale Arbatax.

I veicoli che provengono dalla Direttrice Lanusei – SS 198, in corrispondenza della rotonda – area verde Pinocchio, dovranno proseguire in Viale Santa Chiara direzione area artigianale, Zona San Michele e zone limitrofe, con divieto di accesso in Via Delle Lavandaie zona Rotonda.

Per quanto concerne la Direttrice Bari Sardo – Vecchia SS 125, in corrispondenza dell’intersezione con la Via Garibaldi, i veicoli dovranno proseguire nella Nuova SS 125 in direzione Girasole.

I Parcheggi visitatori sono stati individuati in Zona Artigianale e aree limitrofe e cortili interni Scuole Superiori Zona Monte Attu – tale area parcheggi viene identificata come Area A.

Per quanto concerne la viabilità, compatibilmente con il passaggio di gara, in caso di emergenza per
i residenti nelle abitazioni circoscritte dal percorso di gara, sarà consentito il solo passaggio dei
veicoli da Via Tirso a Via Degli Agrumeti, da Via Sicilia a Via Bertulottu e percorsi inversi. Il Comando di Polizia Locale consiglia di spostarsi solo in caso di stretta necessità nella fascia oraria interessata dal passaggio del Giro d’Italia Donne.

I cittadini dovranno parcheggiare le auto nel rispetto del Codice della strada facendo in ogni caso
attenzione a non intralciare la viabilità. Per ulteriori informazioni sul percorso e sulle modifiche previste in occasione del passaggio della corsa in bici è possibile contattare la Polizia Locale allo 0782-624358.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Dal 24 al 26 giugno le strade di Lanusei si animano per tre giorni di festa, degustazioni enogastronomiche, musica, incontri, mostre e ciliegie per la 37esima Edizione della Fiera delle Ciliegie. Dopo due anni di pausa forzata la festa è tornata più animata che mai.

Dopo le prime due giornate, quello di domani, domenica 26 giugno, è l’appuntamento clou dell’evento.

Foto Comune di Lanusei

Foto Comune di Lanusei

Alle 10 si terrà la tradizionale Sfilata dei gruppi folk dei paesi di Lanusei, Cabras, Ittiri, Dorgali, Tertenia che saranno accompagnati dalle Launeddas di Tertenia lungo la Via Roma, dove si troveranno anche gli stand espositivi.

Alle 10,30 al Bosco Selene i bambini potranno partecipare alla Gara di mountain bike. A mezzogiorno ad animare la Piazza Vittorio Emanuele ci sarà lo spettacolo con l’attesissima Seuinstreetband. Dalle 17 Ciliegie per tutti e tutte lungo Via Roma.

Alle 19, in Piazza Vittorio Emanuele, verrà consegnato il Premio Ciliegia d’oro, arrivato ormai alla terza edizione e le vie del Centro storico si animeranno con Ciliegie, tra Forni e Cantine, e le loro degustazioni di prodotti tipici. Dalle 20 musica con la SeuinStreetBand lungo il percorso delle Antiche Cantine. Alle 21 gran finale in Piazza Vittorio Emanuele con balli, accompagnati dal gruppo A ballu lestru.

Nei tre giorni di Fiera sarà possibile visitare la Mostra Grandi Maestri Sardi del 900 presso la Casa del Mobile (in via Marconi), che verrà inaugurata il 24 alle ore 9.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Nel 1937, la Soprintendenza alle Antichità della Sardegna, intraprese una campagna di scavi nella zona di Fontana a Noa a Olbia. Ad occuparsi degli scavi Doro Levi, archeologo ebreo triestino, di fama internazionale. Durante gli scavi vennero scoperte molte sepolture del tipo a pozzo con camera scavata nella roccia, simili a quelle della necropoli cagliaritana di Tuvixeddu. La tomba 24, datata tra il IV e il III secolo a.C. custodiva il corpo di una donna, visto il corredo che l’accompagnava, la defunta apparteneva a una famiglia importante. La donna era stata sepolta con un corredo composto da alcune brocche, da una moneta punica e da uno specchio in bronzo posato sopra il petto, con il manico decorato con volute e un volto femminile, un oggetto molto pregiato, forse proveniente dalla Magna Grecia.

 

Al collo della defunta si trovava la collana in pasta vitrea, composta da una testina femminile con riccioli, 4 testine maschili molto colorate con barba e orecchini, una testa di agnello e un piccolo gallo. Oltre ai ciondoli nella collana erano presenti vari cilindretti e sferette decorati con spirali, onde e grossi “occhi” colorati. La collana aveva una funzione apotropaica, cioè doveva difendere l’anima della defunta dagli spiriti maligni. Subito dopo il ritrovamento giunse in visita in Sardegna, Hermann Göring, il vice di Hitler. L’uomo grande collezionista d’arte voleva aggiungere la bellissima collana punica alla sua vastissima collezione, ma l’archeologo Doro Levi, all’epoca insegnante di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’Università di Cagliari e Soprintendente, si oppose con tutte le sue forze e riuscì a salvare il prezioso reperto.

L’anno successivo a Levi fu tolto l’incarico a causa delle leggi razziali, e l’archeologo si rifugiò negli Stati Uniti per sfuggire alla deportazione. A Doro Levi la Sardegna deve tanto, nei soli tre anni di permanenza nell’Isola, non solo si occupò dell’Anfiteatro romano di Cagliari, degli scavi preistorici della necropoli di Anghelu Ruju e quelli dell’insediamento nuragico di Serra Orrios, ma più in generale si batté per la tutela e la conservazione del patrimonio archeologico della Sardegna.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Di dimensioni decisamente inferiori rispetto alla volpe “crucigera” che vive nel continente europeo, la volpe sarda è una sottospecie che si è sviluppata moltissimo tempo fa. Secondo la teoria più accreditata, la volpe crucigera è giunta nell’Isola nel Pleistocene, quando Sardegna e Corsica erano ancora unite all’Europa.

Poi il progressivo isolamento delle due terre ha favorito la differenziazione genetica che l’ha resa più piccola, con caratteristiche proprie. Questa teoria è dimostrata dal fatto che la Vulpes Vulpes Ichnusae, questo il suo nome scientifico, si trova anche in Corsica.

Esiste però una seconda teoria secondo la quale la volpe sarda sarebbe il risultato di una serie di accoppiamenti tra individui con caratteristiche differenti, portati nell’Isola dagli uomini del Neolitico, il fatto poi di vivere su un’isola ha avuto come conseguenza che si sviluppasse una vera e propria sottospecie.

La volpe sarda non rischia l’estinzione, perché anche se selvatica, riesce ad adattarsi ai cambiamenti climatici e del suo habitat, essendo onnivora, sopravvive anche in ambienti particolarmente antropizzati. Non è raro che si avvicini anche ai centri abitati e non è tanto amata dai contadini perché si intrufola nei pollai e preda galline e uova. Nella nostra Isola rientra nella lista dei mammiferi che si possono cacciare.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Il dorgalese Vincenzo Fancello era un giovane pastore quando si diede alla macchia, dopo aver tentato di uccidere un possidente benestante del suo stesso paese. 

Il movente sarebbe stata l’accusa, fatta dalla vittima stessa Antonio Dore, del furto di una coppia di buoi.

Berrina da allora, secondo le cronaca dei giornali del tempo, lasciò alle sue spalle una lunga striscia di sangue. Molti omicidi efferati, con una crudeltà inaudita sui corpi delle sue vittime, in alcuni casi ancora agonizzanti.

Nel 1897 passò alla storia un manifesto affisso alla porta dell’edificio del municipio di Dorgali, nel quale ammoniva i dorgalesi di non mettersi al servizio di Dore evitando di coadiuvarlo nei lavori di casa e nei campi.

Nel messaggio si firmava il “delegato speciale di campagna” raccomandandosi di ascoltare le sue parole perché voleva bene ai compaesani.

Il bandito dorgalese classe 1873 era solito accompagnarsi ad altri due latitanti, gli olianesi Antonio Mulas noto “Su Bellu ‘e Uliana” e Giuseppe Pau noto “Paeddu”.

Nel 1899 però viene ingaggiata una vera “caccia all’uomo” dal governo dell’epoca contro i banditismo sardo, e uno dopo l’altro vengono uccisi tanti latitanti di grosso calibro. 

Nella notte tra il 14 il 15 maggio 1899 a cadere sarà il bandito Berrina non lontano dalla grotta che per anni rappresentò il suo rifugio. 

Il capitano Giuseppe Petella, comandante la compagnia carabinieri di Nuoro, mise in pratica una grande operazione da lui ideata per inferire un colpo decisivo al banditismo nella celebre “notte di San Bartolomeo”. 

Fancello era in compagnia di Pau – Mulas era stato ucciso a febbraio – mentre stavano tendando di raggiungere la spiaggia di Cala Luna per imbarcarsi e scappare lontano dalla Sardegna, si trovarono accerchiati dalle forze dell’ordine. 

Berrina scorgendo un’ombra su un albero e intuendo il pericolo, esplose un colpo di fucile verso la sagoma. Il proiettile spezzo il ramo dove era acquattato il maresciallo Gasco, che cadde a terra. Successivamente ne nacque una colluttazione tra il carabiniere e il bandito, nella quale mentre erano avvinghiati Berrina riuscì ad impugnare il proprio coltello. Proprio mentre stava per sferrare il colpo al maresciallo, intervenne il tenente Iannelli che uccise con un colpo di fucile il latitante.

Questo in sintesi quanto riportato dal verbale dei carabinieri sulle dinamiche della morte di Fancello. 

Pau riuscì a sottrarsi all’accerchiamento di quella notte, unendosi alla banda dei fratelli Serra-Sanna. Sarebbero passati solo due mesi e anche lui avrebbe perso la vita nel conflitto a fuoco di Morgogliai (Orgosolo) insieme ai nuovi compagni di latitanza.  

Oggi il rifugio segreto di Berrina è diventato meta di escursione. Una grotta immersa nel verde che si affaccia nella acque limpide della baia di Cala Gonone, sulla strada che porta a Cala Luna.

L’articolo Il bandito Berrina di Dorgali passato alla storia per la sua crudeltà proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Il Cane di Fonni noto anche come Fonnese è un antica razza canina autoctona della Sardegna conosciuta da millenni. Diffuso in varie parti dell’Isola prende il nome dal paese di Fonni dove si è conservato il nucleo più importante dalle caratteristiche originarie. Qui viene tramandato da generazione in generazione, raramente si fa dono di esemplari della razza fuori dalla comunità locale, se non qualche eccezione a fraterni amici. A Fonni in “Limba” viene chiamato “ ‘ani ‘e acàpiu ” (cane da catena o da guardia), nell’ambiente pastorale “cani fonnesuantigu” (cane fonnese antico), mentre dagli anziani dell’Isola “cani sarduantigu” e dai cacciatori “spinoni/e o spinoni/e fonnesu”.

Secondo la tradizione locale gli esemplari della razza canina presente a Fonni discenderebbero dalle famiglie Loddo e Coccollone, soprannominate rispettivamente Addai e Cussuggia. Sarebbero i discendenti dei cani selezionati dalle due famiglie, in conseguenza alla sottrazione di una cucciolata dai gelosi possessori della razza: Aggiustru, Biaceddu, Manias, Maggios, Tracathu, Othale, Vracone e Lepedda.

Il Cane Fonnese è un ottimo cane da guardia sia di proprietà che di bestiame, ma è anche particolarmente portato per la caccia. Sono numerose le fonti scritte che attestano la presenza del cane in antichità. Inoltre appare in raffigurazioni e su materiale fotografico dei viaggiatori stranieri che hanno visitato la Sardegna a cavallo del XVIII e del XIX secolo.

Erroneamente si è pensato che questa razza canina derivasse dai cani utilizzati dai Romani contro i Sardi delle zone interne.

Infatti sono molto più antiche le testimonianze in Sardegna di molossi e levrieri, dall’incrocio del quale deriverebbe il Fonnese.

Un esempio, la lastra di Craminala di San Giovanni Suergiu datata VIII secolo a.c., un graffito scolpito sull’architrave di una tomba dei giganti che raffigura un cane legato ad un carro, o le terrecotte raffiguranti molossi e levrieri di epoca cartaginese trovate nella Laguna di Santa Gilla.

Questa tesi è stata avvalorata recentemente da uno studio scientifico sul dna di esemplari di Cane Fonnese che ha dimostrato che la specie non avrebbe legami con altre razze canine italiane, ma altre in zone molto lontane dall’Isola. Questo farebbe ipotizzare che gli antenati della specie sarebbero giunti in epoca remota in Sardegna, al seguito dei primi abitanti dell’Isola, oppure avrebbero viaggiato con i primi navigatori sardi nel Mediterraneo.

Nel secolo scorso, tra i cani sardi utilizzati nella guerra italo-turca dal Regio Esercito, molti appartenevano a questa antica razza.

Anche il Cane Fonnese ha rischiato l’estinzione, solo grazie a cultori di questa specie canina in seguito divenuta un’associazione, è stato possibile scongiurare il drammatico evento e valorizzare la razza.

L’articolo Curiosità. Il cane Fonnese è l’unica razza canina sarda riconosciuta dalla FCI proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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