Lo scrittore padovano Massimo Carlotto si è occupato nel romanzo/inchiesta anche d’Ogliastra e precisamente del Poligono di Quirra e dell’inquinamento da nanoparticelle.

Sardegna 2008. Pierre Nazzari è un disertore ricattato e costretto a fare il lavoro sporco in operazioni segrete o illegali. Finisce nelle mani di una struttura parallela al servizio di un comitato d’affari locale e viene obbligato a spiare Nina, una giovane ricercatrice veterinaria che studia gli effetti da inquinamento bellico sugli animali nella zona del Poligono del Salto di Quirra.

Mentre l’ex militare tenta di conquistare la fiducia della donna, il suo passato torna per chiudere un conto lasciato in sospeso. Entrambi saranno costretti a giocare una partita complicata e pericolosa il cui premio è la sopravvivenza. Sullo sfondo un mondo di affaristi e politici, ex contractor e strutture di sicurezza private, militari e industrie di armamenti legati al grande business della produzione bellica.

Frutto di una lunga e meticolosa inchiesta condotta da Massimo Carlotto e dal gruppo di scrittori uniti sotto la sigla Mama Sabot, “Perdas De Fogu” segna il ritorno del grande romanzo di inchiesta contemporaneo. Un’indagine mozzafiato con una trama fitta di colpi di scena, il cui protagonista rappresenta una forte novità nel panorama del noir.

Una denuncia coraggiosa dei giochi sporchi di ambienti politici e militari ai danni della nostra salute e della nostra sicurezza.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Si sono concluse nel pomeriggio di oggi le operazioni di ricerca, cattura e depopolamento di suini bradi illegali nelle terre pubbliche di Baunei da parte delle squadre dell’Unita di Progetto (Corpo forestale, Forestas, Asl e Izs) in collaborazione con la questura di Nuoro. Sono stati 127 i capi catturati e abbattuti in quanto non registrati all’anagrafe zootecnica, per i quali non è stato possibile risalire al proprietario, e detenuti da sconosciuti nelle terre pubbliche.

Gli animali quindi erano privi di tracciabilità e di controlli sanitari ed erano destinati al mercato illegale di prosciutti e prodotti di salumeria, e pertanto costituenti un rischio alto per la sicurezza alimentare dei consumatori, specie quelli più fragili quali anziani e bambini.

Inoltre si tratta di suini che vivevano in contesti marginali in condizioni critiche, denutriti e sofferenti anche per la scarsa presenza d’acqua, senza alcun rispetto per il benessere animale, alcuni sottoposti a interventi cruenti come la castrazione e con probabile utilizzo incontrollato di farmaci.

Queste attività di depopolamento sono necessarie e ineludibili e rientrano nelle azioni di contrasto al virus della Peste suina africana, che vedono nell’allevamento illegale dei suini uno dei fattori di rischio più importanti per la permanenza del virus in quei territori.

Inoltre il contrasto a questi residui di detenzione illegale di suini è uno dei punti fondamentali delle raccomandazioni del recente Audit della Commissione europea alla quale l’Unità di Progetto deve garantire la risoluzione, condizione per la prossima auspicata riclassificazione del rischio dell’Isola.

Ancora una volta l’appello di Regione e Unità di Progetto è rivolto a chi resiste a mettersi in regola, soprattutto in zone dove l’eradicazione del virus potrebbe costituire un volano straordinario per il rilancio del comparto in particolare della salumeria di qualità e la riapertura dell’export. Alcune iniziative virtuose di valorizzazione dei prodotti a base di carne suina sono già in corso in quei territori per preparare il rilancio del comparto.

L’eradicazione del virus è vicina e così la rivalutazione della qualifica sanitaria della Sardegna, e c’è il massimo impegno per eliminare tutti i fattori di rischio che potrebbero pregiudicare il risultato.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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C’è un’isola ecologica di fronte al parco urbano della Sughereta a Tortolì, che funziona perfettamente. Ma in molti decidono, comunque, di abbandonare fuori dai cancelli rifiuti e sacchetti.

Sarà forse perché l’inciviltà della gente supera di gran lunga il buon senso e le basilari norme della convivenza civile, fatto sta che la zona spesso si trasforma (come hanno segnalato i nostri lettori a più riprese) in una discarica a cielo aperto.

E si trova a due passi dall’unico polmone verde urbano, dove in teoria dovrebbero andarci i bambini a giocare. Così la scena che questo pomeriggio si presentava agli occhi di chi si trovava a passare in via San Gemiliano è quella, sgradevole, che potete vedere con i vostri occhi.

Ecco la foto inviataci da un nostro lettore.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Le squadre del pronto intervento di Abbanoa hanno individuato e riparato, nella mattina di oggi, un guasto nell’impianto di sollevamento idrico in località Cabudu de Abba nel Comune di Gairo.

Il fuori servizio, che ha riguardato le apparecchiature elettriche, ha causato la temporanea interruzione dell’alimentazione del serbatoio cittadino. L’erogazione all’utenza è stata garantita dalle scorte presenti nelle vasche d’accumulo. Sono ora in corso le manovre in rete per ripristinare i livelli del serbatoio. Fino al loro completo ristabilirsi si verificheranno cali di pressione nelle zone più alte del centro abitato.

Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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La ricetta Vistanet di oggi: frittelle di cipolla e patate, una prelibatezza con ingredienti semplici.

Un antipasto semplice e genuino, un comodo secondo per chi ha fretta e vuole far mangiare cipolle e patate ai propri figli.

Ingredienti

Farina

4 patate

3 uova

2 cipolle

Mezzo bicchiere di birra fredda (o acqua minerale gassata)

Olio di semi

Sale

Preparazione

Lessate le patate e schiacciatele, poi tritate le cipolle.
In un recipiente mettete la farina, unite le uova intere e le patate schiacciate. Mischiate il tutto. Aggiungere la birra e le cipolle tritate. L’impasto deve essere morbido, quindi versatelo nella padella. Friggete con olio ben caldo e servite calde con una bella bottiglia di Carignano.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Un prezioso filmato della Lanusei del 1963, realizzato da mamma Rai.

Nel video gli operatori Rai mostrano le immagini girate a bordo di una vettura  tra le vie e le piazze del centro ogliastrino.

Il video postato su Youtube da PMRec Sardinia:

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Riavvolgere il filo della memoria cercando di raccontare le vicende del passato in maniera coinvolgente, rendendole attuali e allo stesso tempo regalando uno scorcio sull’Ogliastra dei giorni nostri.

Questo è l’obiettivo di “Su Pissiafoi” ( denominazione dell’insetto tagliaforbice in Lingua Sarda), cortometraggio nato dal cuore e dalla mente dell’attore Luca Lobina, alla sua prima sceneggiatura, che vede alla regia Luca Valdes.

L’opera è stata quasi interamente girata nel paese di Gairo e nell’antico centro abitato abbandonato dopo la tragica alluvione dell’ottobre del 1951.

Un lavoro cinematografico concluso con l’ultimo ciak poco meno di una settimana fa, ambientato tra il presente e i primi anni del ‘900, attraverso un intrigante flashback, dove la storia di una donna si lega con l’ultimo periodo di “vita” dell’antico borgo della Valle del Pardu.

Ph: Helen Seal

Ci racconta Lobina: «Abbiamo terminato le riprese di tutte le scene di questo progetto in cui crediamo molto, nel quale abbiamo profuso tanto impegno e passione.»

Ph: Helen Seal

«Un lavoro che parte da lontano – racconta l’attore classe ’80 -, personalmente un punto di partenza, in quella che è la mia grande vocazione. Da giovanissimo ho sempre scritto e immaginato delle storie, attingendo dalla vita quotidiana, osservando tutti gli ambienti e i comportamenti delle persone. Questi appunti li trasformavo in sceneggiature, anche se solo qualche anno fa ho appreso le tecniche e i segreti di questa tipologia di testo strutturato, partecipando ad un lungo laboratorio specialistico.»

Ph: Helen Seal

Lobina, nato e cresciuto a Cagliari ma con origini tra l’Ogliastra e la Barbagia di Seulo, può vantare diverse figurazioni semplici e speciali in vari film (per citarne qualcuna: “Domino”, regia Brian De Palma, e recentemente “Il Vangelo secondo Maria”, diretto da Paolo Zucca), ci svela: «”Su Pissiafoi” nasce dai racconti fatti da mia nonna paterna. Amavo ascoltarla davanti al focolare, durante i miei soggiorni in paese, mentre narrava storie e leggende tramandate da generazioni, intrise di vari significati che mi hanno sempre affascinato.»

Ph: Helen Seal

«La Sardegna delle zone dell’interno – continua l’artista cagliaritano – rappresenta l’ultimo baluardo dove ancora i bambini vivono a fondo quel rapporto con le radici comunitarie, giocando insieme all’aria aperta nelle piazze e sviluppando la propria creatività, condizioni difficilmente riscontrabile in città o altre realtà. Grazie a questa inestimabile ricchezza, ho trovato nella mia sceneggiatura la chiave tra il presente della Gairo odierna e l’affascinante antico borgo abbandonato.»

Ph: Helen Seal

Un cortometraggio in “Limba” nella variante della zona (curata da Lucia Loi), che ha visto come protagonisti attori amatoriali, originari del paese ogliastrino. «La scelta di girare quest’opera cinematografica a “Gairo Vecchio”, per la sua bellezza e per le enormi potenzialità non ancora espresse dalla sua storia, mi ha fatto toccare con mano l’ospitalità e il calore di questa comunità. L’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sergio Lorrai, e la Pro Loco oltre a patrocinare “Su Pissiafoi”, insieme a tutta la popolazione ci hanno sostenuto supportandoci dalla prima all’ultima scena.»

Ph: Helen Seal

Lobina (scoperto dalla casting director, Stella La Boccetta) attualmente impegnato nelle riprese di altri tre film, in questo primo lavoro da sceneggiatore ricoprirà anche ruolo di aiuto regista: «Devo ringraziare Luca Valdes, oltre ad aver creduto in questo progetto e volermi come interprete nel suo film Aradia, mi ha dimostrato tanta stima nominandomi suo assistente.»

Ph: Helen Seal

La ricerca dei particolari da parte dell’artista, ha fatto spostare il set “Su Pissiafoi” nel paese di Seui, a “Su Tzilleri de tziu Giuannicu”, un’osteria del primi del ‘900 perfettamente conservata e custodita da Francesco Melis.  «Un gioiello raro dell’epoca – spiega l’artista – perfetto per girare una scena fondamentale del cortometraggio, dove ogni oggetto e ogni angolo del locale riporta all’atmosfera che avevo immaginato quando ho scritto la sceneggiatura. Viene aperto al pubblico solo per eventi eccezionali e ringrazio Francesco per averci ospitato.»

L’opera cinematografica ora è attesa dal montaggio, principale fase della post produzione, con l’obiettivo di essere presentata entro quest’anno. «La speranza è che con questo lavoro – auspica Lobina – “Gairo Vecchio” e la sua vicenda siano resi ancora più conosciuti.»

Nell’attesa vi mostriamo le suggestive immagini, realizzate nel backstage di “Su Pissiafoi”, immortalate da Helen Seal.

Ph: Helen Seal

Ph: Helen Seal

Ph: Helen Seal

Ph: Helen Seal

Ph: Helen Seal

 

 

 

L’articolo (FOTO) Gairo Vecchio ritorna a vivere nel corto “Su Pissiafoi”, parola allo sceneggiatore Luca Lobina proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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La famosa statua “la madre dell’ucciso”, dell’artista nuorese Francesco Ciusa, che venne esposta il 25 aprile del 1907 alla Biennale di Venezia, dove riscontrò un grande successo, fu ispirata da un tragico episodio.

Infatti l’artista nel luglio del 1897, appena adolescente, fu colpito da una terribile scena nella zona di Tertilo, presso “Funtana de Littu” dove era stato assassinato un uomo.

Lo scultore, si era recato nel luogo del delitto dopo che si era sparsa la voce nel capoluogo barbaricino, lì vide una donna “urlante, come ombra nera di malaugurio” che si avvicinava all’uomo prima vita  “e poi il suo chiuso silenzio accanto al cadavere”. Era la madre del giovane assassinato.

Un dramma talmente forte da segnare l’animo di Ciusa, che circa vent’anni dopo avrebbe realizzato la suggestiva opera la “madre dell’ucciso”.

A svelare il fatto che ispirò la scultura, fu lo scrittore Remo Branca, raccogliendo la testimonianza dell’artista nuorese durante una passeggiata, negli anni ’30, nella stessa fontana dove accade l’omicidio.

Ph: Roberto Anedda

Ph: Roberto Anedda

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Nel territorio di Urzulei si trova una grotta che tutti, dai più anziani ai più giovani, chiamano in dialetto “Sa rutta ‘e s’orcu” ovvero la grotta dell’orco. Dietro quella grotta misteriosa, dove oggi è quasi impossibile poter entrare, si cela una leggenda oscura. Protagonista una famiglia particolare: un orco cieco e sua moglie, che abitavano in quell’antro. 

Insieme alla strana famiglia viveva una fanciulla orfana, Mariedda, accolta dalla moglie dell’orco e cresciuta come una figlia da quando era piccola. L’orco si nutriva solo di carne, perciò andava a caccia ogni mattina, catturando cinghiali e mufloni. Tutti i pastori erano attratti dal profumo della carne cucinata proveniente dalla grotta, ma decidevano di starne alla larga, convinti che, in mancanza di selvaggina, l’orco avrebbe ucciso e mangiato anche gli uomini. 

Un anno ci fu una grande siccità che portò gli animali a spostarsi in territori dove l’acqua invece abbondava. Questo motivo spinse la famiglia dell’orco a spostarsi a Lovothai, dove abitava un loro amico, orco anche lui, sperando di trovare più prede da cacciare. In caso contrario, il piano era quello di mangiare Mariedda. 

La fanciulla aveva sentito la famiglia pianificare la sua morte e spaventata pensò alla fuga. La paura la bloccò, non riuscì a trovare il coraggio di scappare perché, nonostante il padre fosse cieco, aveva un fiuto molto sviluppato e l’avrebbe trovata in ogni luogo. Allora Mariedda entrò silenziosamente nella grotta, prese una scure e, con tutta la forza che aveva, colpì l’orco sulla testa, lasciandolo tramortito. 

La ragazza scappò dalla casa e camminò per ore e ore, in cerca del paese di Thelevai, con i piedi sanguinanti e gonfi. Ad un tratto incontrò nel suo cammino un’anziana signora e le raccontò tutta la sua storia. La sconosciuta la portò a casa di un suo amico, di nome Brinzi, e insieme avvolsero nei piedi della ragazza delle pelli di coniglio, così da confondere il fiuto dell’Orco. Mariedda, grazie al loro aiuto, riuscì a raggiungere Thelevai dove trovò una zia che la tenne con sé. 

Diversa fu, invece, la fine di Brinzi. L’Orco, grazie al suo fiuto, raggiunse la sua casa e non trovando Mariedda, nonostante sentisse il suo odore, si avventò sul povero uomo, convinto che lo stesse ingannando. 

Trascinò il corpo sino ad una Nurra e lo fece precipitare. Così scomparve il corpo del povero Brinzi ma mai il suo ricordo perché, da quel tragico incidente, la Nurra prese il suo nome: “Sa Nurra e Brinzi”.

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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Non ce l’ha fatta Gabriele Viel, il giovane di Villasimius rimasto coinvolto in un terribile incidente sulla SP 17, che lo ha visto scontrarsi con la sua moto contro quella di una turista tedesca.

Dopo aver lottato per quasi due giorni nel reparto di rianimazione del Brotzu, il 19enne ha esalato l’ultimo respiro.

La notizia della sua morte si è sparsa per tutta Villasimius, dove era molto conosciuto e stimato. Su Facebook tantissimi i messaggi di cordoglio e i pensieri dedicati a questo “ragazzo straordinario diventato un angelo troppo presto”.

Il consigliere comunale di Villasimius Enrico Cogoni ha postato per il giovane concittadino un pensiero molto toccante: “Gabriele, ognuno di noi sperava per te con tutto il cuore, sperava di rivederti allegro e spensierato come è giusto che sia alla tua età. Non ci sono parole per ciò che è accaduto. Un abbraccio immenso a tutta la tua famiglia”.

 

L’articolo La Sardegna piange Gabriele, morto a 19 anni dopo un incidente in moto proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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