Duro sfogo del sindaco di Jerzu, Carlo Lai, sui ritardi del tracciamento dei positivi al Covid e su un sistema che non funziona.

Lo ha fatto attraverso una lettera spiegando tutte le lacune emerse nel paese ogliastrino, inoltre ha svelato quanto fatto per bloccare sul nascere un possibile focolaio tra le mura del palazzo comunale jerzese, grazie ad un’intuizione dello stesso primo cittadino.

Ecco la lettera integrale, che merita di essere letta, resa pubblica dallo stesso sindaco Lai:

“Scrivo queste righe, utilizzando la pagina ufficiale dell’ente, perché vi scrivo proprio in qualità di sindaco e di conseguenza di autorità sanitaria locale.

Lo faccio per raccontarvi del perché, io e altri amministratori, ci troviamo in “quarantena volontaria” e lo faccio per rendervi partecipi del fatto che io intenda, presso le sedi opportune, “denunciare” con forza che non è degno di una Stato moderno, dinamico e sviluppato un sistema di processamento dei tamponi molecolari il cui esito richiede, almeno in provincia di Nuoro, oltre tre giorni, ultimamente quattro e finanche cinque o sei.

Ma le istituzioni, nazionali e regionali, ​ credono davvero di poter arginare una pandemia in questo modo?
Crediamo davvero che una nazione possa permettersi intere famiglie e “contatti stretti” in quarantena in attesa dell’esito di un tampone che assomiglia sempre più all’opera di ​ Samuel Beckett “Aspettando Godot”?

Il lavoro degli operatori sanitari dell’USCA di Bari Sardo è encomiabile, per abnegazione e professionalità. Ma se a processare i tamponi molecolari è solo “Nuoro”” con l’enorme carico di lavoro che grava su un laboratorio che deve accogliere e processare tutti i tamponi della provincia il “contact tracing” non puo funzionare. E infatti non funziona.

Anche il personale del laboratorio di Nuoro fa ciò che è umanamente possibile fare, ma per i miracoli si sta attrezzando. L’unica strategia  – si sono avuti sei mesi per perseguirla – sarebbe stata quella di dotare di “estrattori”, “sequenziatori” e “amplificatori”, indispensabili per questo tipo di analisi, i laboratori pubblici – può Lanusei non essere messo in condizione di processare i “tamponi ogliastrini”? – e dotarli del personale sufficiente a farli marciare h24.​ Sarebbe stato avveduto coinvolgere, ovviamente, ​i laboratori privati e le cliniche private. Anche incentivandoli economicamente oltre ogni ragionevole parametro. I costi economici, sociali e sanitari​ di queste mancate iniziative saranno cento volte più elevati. Ora è tardi per pensare a “estrattori”, “sequenziatori” e  “amplificatori”,​ ma almeno la strategia del tracciamento con i tamponi rapidi dev’essere approntatala nel minor tempo possibile e coordinata da ATS.​ Quanto è utile la strategia dei tamponi rapidi, pur con i loro limiti e le loro criticità?

Cito, a questo proposito, l’episodio empirico di questi ultimi giorni che la comunità jerzese conosce benissimo: sette giorni fa, domenica pomeriggio, ​ una dipendente comunale mi comunica di avere un po’ di raffreddore, qualche linea di febbre, un “pizzico” di mal di gola. Le chiedo di rapportarsi​ col proprio medico di famiglia e di astenersi dal lavoro nella giornata di lunedì. Già il giorno dopo, lunedì sera, vi era una totale assenza di sintomi febbrili. Ma per il principio di massima precauzione conveniamo che è opportuno astenersi dal lavoro anche il martedì. Martedì mattina anche i sintomi da raffreddamento sono residuali, la dipendente manifesta la volontà di rientrare al lavoro – – il carico di lavoro è altissimo, le scadenze varie incombono e la dipendente, nel caso specifico, è particolarmente ligia al dovere -, ma… c’è un ma! Mi accenna di qualche indolenzimento che la lascia perplessa.
Mi viene un’idea:​ so per certo che la Clinica Tommasini è scrupolosissima nell’osservazione dei protocolli. Nei pre-ricoveri utilizzano i tamponi antigenici, ​i cosiddetti “tamponi rapidi”. Solo a seguito dell’esecuzione di quel tampone antigenico il paziente ha accesso alla Clinica Tommasini per un ricovero, fosse anch’esso in “day hospital”. Finora ogni positività da loro riscontrata è stata confermata dal successivo tampone molecolare.
Chiamo, quindi, ​i vertici della clinica – che non smetterò mai di ringraziare abbastanza – e chiedo l’immensa cortesia – conoscendo la scarsità del numero di tamponi rapidi a loro disposizione – che venga eseguito, per l’appunto, un tampone rapido alla dipendente comunale.

A Jerzu lo sapete tutti perché l’abbiamo comunicato subito su questa pagina: il tampone rapido è risultato positivo!
A quel punto, senza indugiare un attimo, chiedo un’ulteriore cortesia ai vertici della Clinica Tommasini : eseguire altri cinque tamponi rapidi su quelli che ho ritenuto essere i contatti stretti, riflettendo su una riunione – pur tenutasi in ossequio a tutte le precauzioni- ​del giovedì precedente.
A seguito di questo ulteriore tracciamento è risultato positivo un componente della Giunta mentre il sottoscritto, due consiglieri comunali e un dipendente comunale sono risultati negativi.
Il componente della Giunta era, eccezion fatta per un po’ di “naso che cola”, di fatto asintomatico.
Cosa sarebbe accaduto se queste due persone non fossero state individuate dal tampone rapido come soggetti positivi?
Ovviamente la negatività emersa non esimeva, e non esime ancora, me, i due consiglieri comunali e l’altro dipendente comunale dall’osservare la quarantena volontaria. Chi mi ha visto ieri transitare in auto per la via principale sappia che andavo o rientravo dopo aver eseguito il tampone molecolare presso l’USCA di Bari Sardo. E questo vale anche per i due consiglieri comunali.
La mia e la loro​ quarantena, pur in assenza di qualsiasi sintomo, proseguirà sino ad esito negativo del tampone molecolare. Come d’altronde è sacrosanto che sia. Prosegue anche la quarantena della dipendente comunale e del componente la Giunta (che hanno eseguito il tampone oramai da più di quattro giorni e sono ancora in attesa dell’esito. Sic!) e dei loro stretti contatti familiari.
Il messaggio che vorrei passasse è che le persone che avvertono i sintomi tipici della stagione autunnale ed invernale, sintomi parainfluenzali, sindromi da raffreddamento, si devono rapportare ​immediatamente con il proprio medico di famiglia.

Lo facciano con scrupolo, usino il massimo della prudenza, non rientrino a cuor leggero alle proprie attività.
La garanzia che posso dare ai miei concittadini è che l’amministrazione comunale opera, come testimonia questa vicenda, ​con il massimo scrupolo e la massima trasparenza.
Ribadisco che tutto ciò che è vero, reale e attendibile lo leggerete su questa pagina.
Il resto è chiacchiericcio. Inutile e dannoso.
Allo stato attuale Jerzu conta 2 casi positivi più le due positività al test antigenico. I primi due sono in attesa dell’esito dei tamponi che dovrebbe sancire l’avvenuta negativizzazione.​ E anche qui ho la certezza che del tampone eseguito martedì non sia ancora arrivato l’esito. Ribadisco, non sono tempi sostenibili.

I tempi di esecuzione e di processamento dei tamponi molecolari non sono assolutamente adeguati ad affrontare un emergenza pandemica di questa portata. E questo nonostante lo sforzo straordinario del personale medico e infermieristico.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi dell’iniziativa che ci vede impegnati nel reperimento sul mercato di un numero massiccio di “tamponi rapidi”.​ Non è semplice ma ce la stiamo mettendo tutta. E porteremo a casa il risultato.
Le modalità di somministrazione di questi test non è argomento all’ordine del giorno. Se tutto si concluderà con successo verrete edotti tempestivamente del come si intenderà procedere. ​ E ringrazio qui, sin da ora, tutti i medici e le infermiere che mi hanno segnalato la loro disponibilità ad operare nell’eventuale somministrazione sia di massa, sia mirata, dei tamponi rapidi.

Non recrimino sul fatto che non spetterebbe al comune, utilizzando risorse proprie, fare il possibile e l’impossibile per reperire sul mercato i test antigenici che in questo momento fa fatica a reperire chi per professione gestisce le cliniche e i laboratori. Pubblici e privati.
Non recrimino perché siamo in guerra, ma, spero per il futuro, non la si pretenda di fare con “otto milioni di baionette”

La istituzioni preposte devono capire che ciò che contraddistingue una classe dirigente avveduta e che guarda “oltre” è la capacità di leggere con anticipo i processi, gli scenari e le evoluzioni possibili. La sensazione purtroppo è che si navighi a vista col rischio concreto di naufragare.
Ma davvero , ribadisco, ​ non è il momento di recriminare. Ognuno in relazione alla propria responsabilità ​ faccia il proprio dovere con scienza e coscienza, buttando il cuore oltre l’ostacolo.

I cittadini facciano altrettanto : osservino ossessivamente le prescrizioni sull’uso corretto della mascherina, il distanziamento sociale,​ segnalino al proprio medico di famiglia qualsiasi sfumatura riguardante il loro stato di salute, sorvolino sulle chiacchiere, ​ ed osservino scrupolosamente qualsiasi protocollo venga loro imposto.
Abbiamo davanti una sfida difficile, che durerà ragionevolmente ancora sei mesi. Il Governo si accinge ad ulteriori limitazioni e ulteriori misure restrittive. Spero con forza che si dia sostegno concreto a chi è destinato a subire con maggior ​ vigore l’impatto economico e sociale delle prossime inevitabili restrizioni.

Gli jerzesi sappiano invece che troveranno sempre, tanto più nei prossimi difficili mesi, l’istituzione da sempre più vicina a cittadini: il Comune.”

L’articolo Covid-19, la lettera del sindaco di Jerzu: “Intendo ‘denunciare’ che non è degno, quello che sta accadendo, di una Stato moderno” proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Da circa una decina di giorni e a tutt’oggi, nelle farmacie sarde si riversano cittadini per ritirare il referto del tampone COVID. Alcuni hanno riferito che sarebbero state le stesse strutture della Asl a suggerire di recarsi in farmacia, circostanza poi smentita dall’Ats. Diversi assistiti, dopo aver fatto il tampone a seguito di sintomatologia o tracciamento (cioè dopo aver avuto contatti con soggetti positivi negli ultimi 14 giorni), si sarebbero recati personalmente in farmacia.

Federfarma, già lo scorso 20 ottobre, aveva chiesto all’ATS un intervento volto a trovare una soluzione che consenta al cittadino di poter avere accesso al referto con modalità alternative, ricordando che le farmacie hanno la responsabilità di tutelare sia i cittadini sia i propri dipendenti, rispettando rigorosamente la normativa disposta per fronteggiare la pandemia. A questo proposito, il soggetto che si sottopone al tampone COVID probabilmente presenta già una sintomatologia o è stato comunque a contatto con soggetti che sono risultati positivi, e quindi dovrebbe tra l’altro astenersi dall’accedere a locali quali le farmacie al fine di scongiurare ulteriori contagi. L’Assessorato alla Sanità ha diramato degli indirizzi secondo cui “in alcun modo il cittadino deve interpretare la necessità di disporre di un’identità digitale come un motivo per violare la quarantena (per esempio recandosi in ASSL o in farmacia per attivare la propria tessera sanitaria o ritirare fisicamente il referto)”. Federfarma ha quindi invitato le farmacie a sospendere cautelativamente il servizio di ritiro referti del tampone Covid-19 in farmacia per i cittadini soggetti a tracciamento o con sintomatologia. Ciò in considerazione della primaria responsabilità di protezione della salute e della tutela dei cittadini e dei farmacisti.

“Stiamo attivando circa 1500 tessere sanitarie al giorno” spiega Francesco Danero, presidente Federfarma Cagliari e Sud Sardegna. “Vista la situazione, sarebbe utile che la Regione implementi un meccanismo di delega meno restrittivo per l’attivazione delle tessere sanitarie” continua Danero. “Una volta che la tessera viene attivata, il cittadino può attivare il Fascicolo Sanitario Elettronico anche da casa in autonomia e il referto COVID è consultabile anche tramite il medico di famiglia o il pediatra. Auspichiamo la collaborazione di tutti gli operatori sanitari, pubblici e privati, per soddisfare le esigenze dei cittadini e promuovere l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico a tutela della comunità”. Attualmente, sul sito della Regione si legge infatti che l’attivazione per delega è consentita solo in caso di malattia che renda impossibile recarsi agli sportelli di attivazione per un tempo superiore ai tre mesi ed è necessario presentare un certificato medico non riportante la diagnosi. Per gli assistiti asintomatici e non soggetti a tracciamento, le farmacie restano disponibili ad attivare in farmacia sia la tessera sanitaria sia il Fascicolo Sanitario Elettronico; resta possibile il ritiro referti nella generalità dei casi.

L’attivazione e la consultazione del FSE non sempre è agevole: ad esempio, c’è chi ha smarrito la tessera oppure ha una vecchia tessera scaduta o senza microchip. In tali casi, la consultazione di un referto COVID tramite FSE può risultare molto problematica, ma qualcuno ha trovato soluzioni alternative. Nella ASSL di Sanluri è possibile richiedere l’esito del tampone inviando una semplice mail all’indirizzo: refertitamponi.sanluri@atssardegna.it. Il servizio procede a rilento ma potrebbe comunque essere una soluzione per chi non riuscisse ad accedere al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico. Federfarma Cagliari è l’associazione di categoria che riunisce tutte le 256 farmacie di Cagliari e Sud Sardegna.

L’articolo Vanno in farmacia per il ritiro referti Covid ma senza rispettare la quarantena. La protesta dei farmacisti proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

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“Una formula di accesso facilitato al credito e un fondo perduto per coprire gli investimenti intrapresi dall’attuazione dei rigidi protocolli”. Le richiede a gran voce, rivolgendosi alle autorità statali, il presidente della FIN Sardegna Danilo Russu che in questi giorni austeri e stracolmi di rabbia ha raccolto le lancinanti lamentazioni dei gestori privati che con la chiusura delle piscine fino al 24 novembre 2020 hanno subito il colpo di grazia e difficilmente riusciranno a rimettersi in corsia. Le manifestazioni di protesta di Cagliari e Sassari di questi giorni hanno coinvolto anche addetti ai lavori e appassionati del nuoto, a cui non è andato proprio giù questo lockdown mirato che causerà una perdita, a livello nazionale, calcolata attorno ai quattro miliardi di euro.

“L’aver tenuto un contegno esemplare, assecondando oltre il dovuto le linee guide protocollari anti covid – dice Russu – non è servito a nulla. I NAS e altri enti di controllo hanno posto sotto osservazione duecento poli natatori indoor e nessuno di essi si è rivelato fuori norma, anzi in molti casi gli osservatori speciali si sono complimentati per l’ottimo lavoro di prevenzione svolto”.

Evidentemente a Roma sono giunte notizie diverse che hanno creato un infondato allarmismo. “Siamo stati comunque pugnalati alle spalle da uno stato che stenta a capire quali siano i vantaggi psico – fisici che l’accesso ad una piscina può generare”. Il presidente regionale snocciola dati inequivocabili sia di carattere scientifico (il cloro tiene lontano il virus), sia di carattere atletico (il nuoto come indispensabile strumento nei recuperi post traumatici, e soprattutto elemento di equilibrio interiore per le persone con disabilità).

Non rimane che sperare in ulteriori aiuti straordinari: “La Regione ha mostrato grande sensibilità la scorsa estate venendoci incontro con un importante sostegno economico – continua il presidente sassarese – ma purtroppo, alla luce di ciò che stiamo vivendo, non è più sufficiente”.

Già dalla fine dell’estate gli imprenditori del mondo acquatico si erano messi sotto per riassettare a norme di legge ogni minimo dettaglio delle loro strutture. Non c’è stato un aspetto che sia stato preso alla leggera: percorsi differenziati, sanificazione dell’unità di trattamento dell’aria, delle condotte, dei filtri di riciclaggio, delle mattonelle. Inoltre si sono dedicati allo svuotamento e riempimento delle vasche, ai trattamenti con prodotti chimici per portare l’acqua su livelli essenziali che garantissero la sicurezza dei nuotatori. Ad ogni voce è corrisposto un esborso di quattrini non indifferente. Ma ci sono da computare anche le altre spese consolidate: riscaldamento, acqua, energia elettrica, costi di mantenimento degli impianti.

“Costi ulteriormente aumentati – specifica Russu – per la sanificazione, ripetute più volte al giorno, di armadietti e panche perché in piscina lo spogliatoio è d’obbligo, come del resto la doccia e l’utilizzo dei phon”. Le linee guide davano anche istruzioni sulla riduzione degli accessi: solo una persona ogni cinque metri quadri poteva sostare negli spogliatoi, una ogni sette in vasca. Facile comprendere perché fino al giorno della chiusura totale si erano registrate perdite nelle rette mensili di circa il 50%.

Da tutta Italia si fanno pressioni anche attraverso AGISI, l’Associazione Gestori Impianti Sportivi Italiani sorta la scorsa primavera. E l’elenco dei desiderata viene sintetizzato attraverso una breve lista: Proroga delle gestioni, Riduzione affitti, Estensione bonus collaboratori, Annullamento utenze, tributi e attuazione moratorie per tutto il periodo dell’emergenza, Fondo a sostegno della riduzione degli incassi, Bonus Wellness per la ripresa, Estensione Ecobonus 110% a tutta la struttura.

L’indotto del mondo natatorio è ormai in stato comatoso: con lo stop forzato anche tecnici e impiegati non sanno più a che santo votarsi per sbarcare il lunario e poi, non ultimo dei danni, c’è da evidenziare lo stato d’animo sotto i tacchi da parte di atlete e atleti agonisti, pallanuotisti compresi. “Il nostro mondo ha rispettato le regole – conclude Danilo Russu – anche perché se soltanto uno avesse sbagliato, tutti ne starebbero pagando le conseguenze, ma a quanto pare siamo caduti ugualmente nel girone infernale”.

L’articolo Covid. La protesta dei nuotatori sardi: piscine vuote, piene solo ormai di amarezza proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

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«Il virus si muove con le persone. Escluse quelle che si devono muovere per lavoro, studio o salute – scrive Emiliano Deiana in un post su Facebook – l’esperienza insegna che meno si muovono le persone e più velocemente la curva del contagio si abbassa».

«Servono, certamente, una serie di “precauzioni” personali – aggiunge Deiana – (es. andare a fare la spesa una sola persona per 15 giorni); ma serve anche un sistema di regole pubbliche. Lo proposi già durante la prima fase: la circolazione su mezzi privati a targhe alterne (esclusi, sempre, quelli che si muovono per salute o lavoro) ridurrebbe la movimentazione delle persone che si muovono per “futili motivi” del 50% circa ogni giorno».

«Se ad esempio tieni aperto la Città Mercato il fine settimana (cosa che personalmente non auspico né dal punto di vista sanitario né dal punto di vista dei diritti dei lavoratori) puoi ridurre del 50% l’affluenza di visitatori da tutto il circondario con quel semplice accorgimento e con l’aumento del sistema di controlli».

«Così come la DAD sarebbe utile che fosse alternata dalla didattica in presenza per tutti: elementari, medie, superiori (uso la vecchia classificazione). Il 50% degli studenti sta a casa per 15 gg; il 50% segue le lezioni in classe per 15 gg. (A me è apparsa sempre una insensatezza mettere contro DAD vs Lezione in presenza, in questa fase). Non si tratta di fare una sola cosa giusta. Si tratta di farne tante, piccole, giuste. Che concorrono ad abbassare la curva del contagio. Le due cose proposte possono essere attuate non nell’immediato – conclude Deiana – ma anche dopo un “lockdown” breve e nella fase di ravvio delle attività».

L’articolo Deiana presidente dell’Anci: «Ridurre gli spostamenti, il virus si muove con le persone» proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News dalila

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Ancora dubbi sulle cause di morte dell’allevatore 73enne Espertino Giobbe di Orotelli, trovato privo di vita qualche settimana fa -17 ottobre – nella sua azienda agricola.

Dopo gli accertamenti dei Carabinieri della Compagnia di Ottana, della squadra rilievi del Nucleo Investigativo di Nuoro e quelli immediatamente successivi dei Carabinieri del RIS di Cagliari, questa mattina, in località Filighe del Comune di Orotelli, di intesa con il dott. Andrea Ghironi, sostituto Procuratore che sta coordinando le indagini, sono stati eseguiti ulteriori esami tecnici con la partecipazione del RIS di Roma per ricostruire quanto accaduto.

Nei giorni scorsi sono state eseguite alcune perquisizioni nei confronti di due parenti della vittima e sono stati sequestrati alcuni capi di abbigliamento per la presenza di tracce di sangue.

L’attento esame del luogo, le ferite della vittima e il successivo esame autoptico, hanno generato forti dubbi negli investigatori che la morte possa essere riconducibile ad un fatto accidentale durante il governo di alcuni bovini presenti nell’azienda.

Pur non potendo escludere completamente l’evento accidentale, gli investigatori non hanno mai abbandonato l’ipotesi che il decesso sia conseguente ad un’azione violenta e voluta.

Nei prossimi giorni gli esperti del RIS di Cagliari eseguiranno gli esami di confronto sulle tracce ematiche latenti presenti sugli indumenti sequestrati durante le perquisizioni domiciliari ed esami biologici e dattiloscopici sui materiali prelevati all’interno dell’azienda agricola durante il sopralluogo.

L’accertamento tecnico di questa mattina, invece, ha lo scopo di verificare dinamica e traiettorie delle macchie di sangue rinvenute sul luogo del decesso.

L’articolo Orotelli, dubbi sulla morte dell’allevatore 73enne. Il RIS esegue ulteriori accertamenti proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Altri tre casi di positività al Covid-19 riscontrato a Lanusei.

A comunicarlo è stata l’Amministrazione comunale di Lanusei, attraverso una nota ufficiale.

Si legge nel breve comunicato: “Si informa la popolazione che L’Azienda per la Tutela della Salute in Sardegna (ATS) ha comunicato l’esistenza di altri 3 casi di positività al Covid-19 a Lanusei. Si precisa che i nuovi casi di positività – con cluster ancora da definire – non sono riferibili agli alunni della scuola primaria ancora in attesa dell’esito dei tamponi effettuati nei giorni scorsi, per i quali i risultati sono tutti negativi.
Attualmente i positivi sono 25 (+3 rispetto a ieri),  i cluster 5 (3 in fase di definizione) e 1 ricoverato. È fissato per lunedì 2 novembre, a partire dalle ore 9:00 e per tutta la giornata, nei locali della palestra “Scuole Medie”, il piano di monitoraggio, su base volontaria, studiato per gli alunni e personale scolastico del primo ciclo di istruzione – scuola primaria e secondaria di primo grado – della nostra cittadina
Questi test, forniti dal Comune, verranno eseguiti sui bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado, nonché sul personale docente e non docente e sugli operatori esterni che hanno contatto con gli alunni, che nei giorni scorsi non si sono sottoposti a test di tampone molecolare, nei locali messi a disposizione dall’Istituto Comprensivo. I test verranno eseguiti da un’equipe composta dal personale dell’Igiene e Sanità Pubblica e Direzione Sanitaria
Nella giornata di domani Sabato 31 Ottobre verranno comunicate nel dettaglio le modalità di esecuzione (tempistiche, ecc.).”

L’articolo Covid-19, altri 3 positivi a Lanusei proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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Alcune compagnie hanno deciso di non somministrare pasti durante voli che durano meno di un’ora, altre servono solo pasti già confezionati e solo bevande in piccole confezioni. Altre consentono ai passeggeri di portare il cibo da casa e dunque di consumarlo a bordo dell’aereo.

Altre compagnie ancora, specie quelle low cost in cui non viene previsto nessun distanziamento tra i passeggeri e dunque la mascherina dovrebbe essere obbligatoria per tutto il volo, vengono venduti snack e bevande.

Così alcuni dei nostri lettori si chiedono come sia possibile consentire ai passeggeri che siedono uno accanto all’altro di levarsi la mascherine, anche se solo pochi minuti. E voi cosa ne pensate?

L’articolo Molte compagnie aeree servono i pasti a bordo senza distanziamento, e voi cosa ne pensate? proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News dalila

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Il Comitato tecnico scientifico ha individuato diversi scenari possibili rispetto alla diffusione del virus. Il nostro paese con i suoi 26.831 casi di oggi si sta pericolosamente avvicinando allo scenario 4, il più grave. Secondo gli esperti solo il lockdown anche se meno rigido di quello di marzo sarebbe l’unica soluzione

L’Istituto Superiore di Sanità ha previsto nel documento “Prevenzione e risposta a COVID-19”, una serie di scenari distinti sulla base dell’indice di trasmissibilità. Attualmente ci troviamo ancora nello scenario 3.

I quasi 27mila casi di oggi, però fanno salire l’indice e spingono l’Italia verso lo scenario 4, per il quale gli scienziati hanno previsto come rimedio per far abbassare la curva dei contagi il lockdown.

Si attendono nei prossimi giorni gli effetti delle misure adottate con l’ultimo Dpcm, per vedere se la chiusura alle 18 consentirà un calo dei casi positivi. In caso contrario, lo stesso Premier non ha escluso il ricorso a una chiusura generalizzata sebbene meno rigida della precedente perché come ha detto Conte: «Si deve evitare di uccidere l’economia».

L’articolo Nuovo record di contagi in Italia, il Cts non esclude lockdown, e voi cosa ne pensate? proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News dalila

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La convocazione urgente del Governatore Solinas è arrivata da poche ore e in videoconferenza per i capigruppo di maggioranza e opposizione, presenti anche l’assessore alla Sanità Nieddu e i componenti del Comitato tecnico scientifico.

Oggetto della discussione l’ordinanza che dovrà cambiare in parte le norme del Dpcm, difficile che Solinas possa stabilire norme meno restrittive rispetto al decreto, vista anche la decisione del Governo rispetto all’ordinanza del Trentino.

Non si sa se l’ordinanza verrà firmata in serata, per ora il Governatore sta facendo il punto della situazione

L’articolo Riunione urgente: Solinas convoca i capigruppo di maggioranza e opposizione proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News dalila

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Alisher Usmanov numero 67 nella classifica dei 100 uomini più ricci del mondo frequenta la Sardegna da più di 30 anni ed essendosi sempre trovato benissimo nell’sola ha voluto dare il suo contributo per la lotta al covid.

Mezzo milione di euro per aiutare la Regione a mettere in atto misure e strategie per la tutela della salute dei sardi che come lo stesso magnate ha dichiarato lo hanno sempre accolto con la loro tradizionale ospitalità.

Il magnate russo con il suo patrimonio di 13.7 Miliardi di dollari tra i primi 80 uomini più ricchi del mondo ha scritto direttamente a Solinas chiedendo al Governatore di spendere il denaro per la salute dei sardi

L’articolo Il magnate russo Usmanov dona mezzo milione di euro alla Sardegna proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News dalila

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