Ieri si è insediata la nuova Commissaria Straordinaria, la dott.ssa Gesuina Cherchi, Dirigente Psicologa, con esperienza pluridecennale nella sanità pubblica nuorese.

Nel corso di questi anni Cherchi ha ricoperto incarichi nell’ambito del Coordinamento dei Consultori, Direzione del Dipartimento Materno Infantile ed è componente del Tavolo ISS (Istituto Superiore della Sanità) per la Medicina di Genere. Gesuina Cherchi, tra le altre cose, ha promosso e coordinato, a livello aziendale, il programma nazionale Bollini Rosa, iniziativa della Fondazione ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere), che negli ultimi anni ha portato lusinghieri riconoscimenti all’Ospedale San Francesco, premiato con 3 bollini, che sono il massimo della valutazione.

Negli ultimi dieci anni ha ricoperto anche l’incarico di Direttrice del Distretto Socio Sanitario di Nuoro, Distretto capofila dell’ASSL di Nuoro. Vista la grave emergenza sanitaria, dal 7 ottobre scorso, è stata anche chiamata a rivestire l’incarico di Responsabile dell’Organizzazione e gestione delle procedure inerenti all’emergenza COVID-19, con competenza sia ospedaliera che territoriale per l’intera ASSL Nuoro, nonché Coordinatrice unico delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale).

A seguito della riforma sanitaria regionale che prevede un ritorno alle Aziende Sanitarie Locali, nell’ottica di un servizio sanitario che sia il più vicino possibile alle esigenze quotidiane degli utenti, intende porre al centro dell’organizzazione dei servizi sanitari il bisogno dei cittadini, aumentandone la fiducia e accompagnandoli verso scelte condivise che siano efficaci per il miglioramento del proprio stato di salute, a livelli progressivamente più appropriati.

La commissaria ha delineato le linee di lavoro principali nell’ambito del mandato ricevuto:

1. Emergenza COVID: potenziare le attività di tracciamento, monitoraggio e presa in carico dei pazienti COVID nel territorio, attraverso una sinergia tra le diverse unità coinvolte (Medici di Medicina Generale/Pediatri di Libera Scelta, Servizio Igiene e Sanità Pubblica, USCA e reti Ospedaliere)
«Da un analisi delle criticità emerse nel corso del mio mandato di Commissario COVID – spiega Gesuina Cherchi – è emersa la necessità di creare una specifica struttura che si occupi in esclusiva della risposta nel Territorio e nelle Strutture Ospedaliere. Nessuno dovrà più sentirsi abbandonato, ma questo si può fare solo se, tutti gli attori dell’intero processo, lavoreranno all’unisono per garantire una corretta presa in carico. Per questo, oltre agli operatori Sanitari, è necessario coinvolgere anche tutte le altre autorità che rappresentano il Territorio, a partire dai Sindaci e Autorità di Pubblica Sicurezza.
Garantire e Governare la campagna vaccinale, rappresenterà poi la via per poter finalmente uscire dall’Emergenza. Sino a quel momento, tutti dovranno dimostrare responsabilità e collaborare insieme per il comune obiettivo».

2. Valorizzare le competenze dei professionisti della salute operanti in tutto il territorio del Nuorese, condividendo una programmazione strategica che basi le scelte sull’efficacia dell’utilizzo delle risorse, nell’ottica di un miglioramento continuo che apprenda dall’esperienza propria e altrui.

3. Dare servizi al territorio, attraverso il potenziamento dei servizi periferici, nell’obiettivo di avvicinare e dare una risposta più immediata ai bisogni di tutti i cittadini.

Il primo impegno istituzionale del nuovo Commissario ASSL Nuoro è proprio questa mattina, nel Distretto Socio Sanitario di Sorgono, per il saluto agli operatori sanitari dell’Ospedale San Camillo e del territorio, nell’avvio ufficiale della campagna di vaccinazione contro il virus COVID-19.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

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Considerato che gli screening anti covid realizzati nelle settimane precedenti in collaborazione con la Regione Sardegna, hanno escluso i minori di 10 anni, l’Amministrazione comunale di Villagrande, nell’intento di garantire la riapertura delle scuole in sicurezza, ha predisposto – per oggi – un’ulteriore giornata finalizzata alla realizzazione di test antigenici rapidi dedicata agli alunni delle scuole elementari e dell’infanzia.

Allo screening – su base volontaria –  si è sottoposto anche il personale scolastico e i ragazzi delle medie che non hanno partecipato al monitoraggio precedente.

I tamponi sono stati fatti nella Palestra delle Scuole medie di Villagrande. 133 i test processati nella giornata. Ottimo il risultato: tutti i test sono risultati negativi.

«Un ringraziamento ai piccoli ma coraggiosi bambini che hanno accettato di sottoporsi al test e un immenso grazie ai volontari che hanno reso possibile questo screening. E adesso tutti a scuola!».

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

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Come oramai tutti hanno potuto vedere è iniziata l’opera di dismissione completa dello storico distributore​ con la conseguente bonifica e il conseguente “ripristino dello stato dei luoghi” nell’area su cui esso insisteva.

A soli 15 mesi dalla decisione del gestore di non proseguire l’attività solamente la tenacia nel perseguire pervicacemente l’obiettivo ed imporre alla proprietà (che si è dimostrata collaborativa) un’opera di smantellamento, bonifica e ripristino (reali e totali) sta permettendo tutto ciò.

Ciò che sorgerà in quegli spazi, potenzialmente molto suggestivi tra l’altro (pensiamo alla bellezza di quei contrafforti e al panorama visibile dalla sommità di essi), sarà oggetto di pianificazione in tempi congrui e ovviamente dipendenti dalle risorse che ci attiveremo a reperire.

Ma non è questa la sola notizia. In soli dodici mesi dalla data di chiusura dell’impianto, il Comune di Jerzu, a seguito della stipula di un atto di permuta con la Provincia di Nuoro, ha acquisito la piena proprietà dell’area che, non è un mistero, questa amministrazione ha individuato come area idonea all’insediamento del nuovo distributore di carburante: l’area di “Papapisu”.

La vicenda della permuta con la Provincia di Nuoro è un’annosa vicenda. ​ Abbiamo dato avvio all’iter il giorno dopo la chiusura del distributore e, detto francamente, anche qui , neanche le nostre previsioni più ottimistiche consideravano l’opzione di riuscirci in solo un anno.

Ma siamo andati oltre: con determinazione n. 652 del 31/12/2020 è stato affidato il servizio di supporto al “Responsabile Unico del Procedimento” individuando un professionista di prim’ordine al fine di addivenire alla stesura del bando (e di tutti gli atti amministrativi propedeutici e conseguenti) ​ per la concessione del diritto di superficie dell’area su cui sorgerà il nuovo distributore.

L’amministrazione ha chiaro in mente l’obiettivo: favorire la nascita di un nuovo distributore di carburante! ​

Tutto l’iter procede speditamente, ma certamente, una volta concluso con la pubblicazione del bando, solamente l’iniziativa e la volontà privata dell’imprenditore che volesse cimentarsi in questa sfida in tempi brevissimi potrà restituire a Jerzu un servizio così importante. L’imprenditore che avrà più filo tesserà la tela.

Ribadiamo ciò che abbiamo detto e scritto più volte: l’emergenza sanitaria non deve pregiudicare il nostro pianificare scrupolosamente il futuro di questa comunità. L’emergenza andrà gestita ancora per mesi e la promessa solenne è che, come accade da quando tutto ha avuto inizio (10 mesi) ​ , i cittadini siano informati di ogni dettaglio (positività riscontrate, guarigioni, iniziative, provvedimenti che dovessero rendersi necessari…tutto quanto debba essere detto e fatto), ma ciò non dovrà pregiudicare il compito “principe” cui gli jerzesi ci hanno deputati : amministrare, pianificare il futuro e far progredire questa comunità.

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Fonte: Ogliastra News La Redazione

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Questa sera a Tortolì, intorno alle 19, un pensionato è stato investito da un veicolo mentre attraversava la strada in via Grazia Deledda.

L’uomo prontamente soccorso, avrebbe riportato vari traumi – anche alla testa – ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale dagli operatori sanitari della Croce Verde.

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Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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La Sartiglia 2021 non si svolgerà.

L’Istituzione “Sa Sartiglia” della Fondazione Oristano si è riunita questa sera e, preso atto del perdurare dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, ha deciso che la manifestazione non potrà tenersi.

Aderendo ad un invito dei Gremi di San Giuseppe e San Giovanni, che vorrebbero salvaguardare i momenti più strettamente aderenti alla ritualità della manifestazione, il Sindaco e Presidente della Fondazione Oristano Andrea Lutzu, insieme al Presidente dell’Istituzione Sa Sartiglia Luigi Cozzoli, e agli stessi presidenti dei Gremi, Antonello Addari e Nando Faedda, avvieranno ulteriori approfondimenti con il Prefetto e il Questore di Oristano al fine di verificarne la possibilità di svolgimento, in condizioni di assoluta sicurezza.

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Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

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Piazza Yenne, il Corso, la Marina, le strade dei ristoranti sono deserte, le serrande tutte abbassate. Solo chi fa l’asporto tiene aperto.

“Stiamo facendo una protesta simbolica- spiega Maurizio, titolare del Red Fox – non violiamo nessuna delle norme dei decreti. Semplicemente cerchiamo di dimostrare che se i clienti non rischiano a pranzo, non rischiano neanche a cena”.

I tavoli sono apparecchiati, il locale è caldo, accogliente, la musica in sottofondo è piacevole, ma nessuno si accomoderà ai tavoli. Sono le 19.

“Chiediamo di poter lavorare anche a cena – aggiunge il titolare del Red Fox – i ristori se e quando arrivano non sono certo sufficienti e comunque noi vogliamo lavorare. Non abbiamo mai smesso, appena è stato possibile lavorare con l’asporto lo abbiamo fatto. Tanti nostri clienti ci sono stati vicini”.

piazza-yenne-chiuso

In questi giorni però, lamentano i ristoratori che hanno aderito alla protesta, l’informazione che è passata era fuorviante, ha fatto pensare che si sarebbe servita normalmente la cena in realtà la protesta era simbolica.

“Ci hanno fatto fare degli investimenti per adeguare il locale alle nuove regole -racconta Lorena titolare dell’Opoz- e poi ci permettono di utilizzarlo solo a metà. Non riusciamo proprio a capire perché non possiamo lavorare anche la sera. E vogliamo dimostrare simbolicamente che siamo in grado di garantire la sicurezza sempre”.

Naturalmente per i ristoratori che non praticano l’asporto, il discorso è diverso, se avessero tenuto aperto oltre le 18, avrebbero rischiato sanzioni salate e la chiusura. Troppo critica la situazione per correre dei rischi, d’altra parte chi ha aderito comprende le scelte di chi non se l’è sentita. A Cagliari poi le associazioni di categoria non hanno aderito e hanno sconsigliato ai loro iscritti di aderire.

L’articolo Cagliari, #IoApro: pochissimi i locali aperti dopo le 18, ma la protesta era simbolica proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

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Approvata la legge regionale sarda definita scempia-coste da buona parte del centro sinistra e dagli ambientalisti in difesa della Sardegna. Contrarietà alla proposta legislativa della maggioranza di centro-destra è stata manifestata da associazioni ambientaliste, da ordini professionali, da sindacati e organizzazioni del mondo del lavoro. Salva la fascia costiera: all’interno saranno consentite modifiche, con il sistema della demolizione-costruzione, ma senza aumento di cubature e comunque solo a beneficio delle strutture ricettive.

E’ online la petizione: LINK.

Di seguito il parere dell’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico di Stefano Deliperi. “Come prevedibile, è stato approvato oggi, 14 gennaio 2021 con i voti della maggioranza consiliare di centro-destra, il testo finale del disegno di legge regionale n. 108 del 2020 contenente gli aumenti volumetrici nella fascia costiera, nelle aree agricole e nei centri storici frutto della bulimìa cementizia di una politica tanto miope quanto deleteria, che vuol rendere la Sardegna un miserabile contenitore di metri cubi e poco più.

Lo chiamano “piano casa”, l’ennesimo, ma non c’entra nulla con l’autentico piano casa che negli anni ’50-’60 del secolo scorso fornì davvero una casa a milioni di Italiani dopo le devastanti distruzioni della II guerra mondiale. Questo è solo un piano per la speculazione edilizia. Il testo uscito dall’esame della Commissione consiliare competente, infatti, è denso di illegittimità, non potendo la Regione autonoma della Sardegna eludere l’obbligo di pianificazione congiunta in tutta quella fascia costiera e nelle aree agricole tutelate con vincolo paesaggistico oggetto di singoli provvedimenti di individuazione (art. 136 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) ovvero di tutela discendente dalla legge (art. 142 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Basti pensare che sono una sessantina i provvedimenti individuativi di aree costiere tutelate con vincolo paesaggistico lungo le coste sarde, andandone a tutelare circa il 75-80%. La giurisprudenza costituzionale in materia è chiara e inequivocabile.

Oltre 37 mila e 500 cittadini hanno già sottoscritto la petizione per la salvaguardia delle coste sarde,  per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.). Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà. Altro cemento sulle coste non vuol dire turismo, significa solo degrado ambientale e perdita di attrattiva.

Eppure, oltre al pesante degrado della risorsa ambientale, che allontanerebbe parecchi turisti, basterebbe evidenziare in proposito il ridotto tasso di occupazione delle strutture: 22% per le strutture alberghiere e 9,1% per quelle extralberghiere (dati inferiori alla media italiana, ma in linea con quelli delle regioni competitor italiane: Sicilia, Puglia e Calabria). I motivi risiederebbero nella forte stagionalità dei flussi, tipica del turismo marino-balneare. Basti pensare che le strutture vengono utilizzate per non più del 54% nel mese di agosto e solamente per l’1% nei mesi di gennaio e di dicembre (dati XXIV Rapporto Crenos sull’economia della Sardegna, 2017). Non solo.

Il recente report della C.N.A., elaborato sui dati ISTAT, indica in ben 261.120 le “abitazioni vuote”, cioè il 28,2% del patrimonio edilizio complessivo e propone una soluzione intelligente sia in chiave turistica che per il contrasto al consumo del suolo: “la creazione di alberghi diffusi, alberghi residenziali e B&B, concepiti come sistema a rete a gestione centralizzata delle prenotazioni e dei servizi accessori (dalle pulizie, alla ristorazione, alle visite guidate, al noleggio di mezzi di trasporto, ecc.). Si tratta un modello di offerta ricettiva di recente diffusione in Italia ed Europa, tra l’altro riconosciuto in modo formale per la prima volta proprio in Sardegna con una normativa specifica del 1998, la cui particolarità consiste nell’offrire agli ospiti l’esperienza di vita in un autentico borgo storico o in un piccolo nucleo rurale, alloggiando in case e camere che distano non oltre 200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso, dove è situata la reception, gli ambienti comuni, l’area ristoro e tutti gli altri servizi che contraddistinguono l’ospitalità alberghiera”.

Il potenziale isolano è notevole e ben potrebbe rivitalizzare i tanti borghi semi-abbandonati: “nel 2018 i 14 alberghi diffusi e gli 80 alberghi residenziali, con una offerta complessiva di 14.278 posti letto (l’1,5% delle strutture e il 6,5% dei posti letto), hanno infatti accolto 192.756 arrivi e 1.182.513 presenze, pari rispettivamente all’8,1% degli arrivi e l’11% delle presenze complessivamente registrate in regione”.

In realtà, per migliorare l’offerta turistica sembrano prioritarie altre iniziative, a iniziare dal radicale miglioramento dei collegamenti aerei e navali in regime di continuità territoriale o comunque attraverso meccanismi di abbattimento dei costi per i non residenti, continuando con una politica efficace delle aree naturali protette e dei beni culturali per ampliare offerta e stagione turistica (per esempio, l’istituzione del parco naturale della Giara in connessione con l’area archeologica di Barumini, itinerari eno-gastronomici e culturali locali), per finire con la promozione di veri e propri “pacchetti turistici” specifici per mète ed eventi (es. S. Efisio, Carnevale, Pasqua, Candelieri, turismo naturalistico, ciclo-turismo, ecc.) nell’ambito di una politica di promozione turistica degna di questo nome, cosa che la Sardegna non ha mai avuto.

Il testo approvato dal Consiglio regionale contiene norme, talune anche pasticciate e confuse, che consentono enormi aumenti volumetrici per le strutture ricettive situate oltre la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia marina anche del 50%, variazioni di destinazione d’uso e incrementi volumetrici nelle aree agricole, una vera e propria compravendita di crediti volumetrici fra aziende ricettive, l’incremento degli utilizzi abitativi dei seminterrati, che tanti lutti hanno causato nelle troppe calamità innaturali che hanno afflitto la Sardegna a causa della cattiva gestione del territorio.

Il solo contentino della rinuncia agli incrementi volumetrici anche nella fascia di tutela integrale dei 300 metri dalla battigia marina è ben poca cosa, una foglia di fico.

L’associazione ecologista Gruppo d’intervento Giuridico odv porrà in essere tutte le necessarie azioni perché la legge regionale scempia-coste finisca davanti alla Corte costituzionale come già avvenuto per le leggi regionali sarde concernenti la privatizzazione strisciante delle spiagge mediante permanenza di chioschi e altre strutture balneari (la legge regionale 21 febbraio 2020, n. 3), l’ennesima illegittima proroga del c.d. piano casa (la legge regionale 24 giugno 2020, n. 17) e riguardo l’interpretazione autentica (legge regionale 13 luglio 2020, n. 21) che consentirebbe la riscrittura del piano paesaggistico regionale (P.P.R.) nelle sue parti fondamentali (fascia costiera, zone agricole, beni identitari). Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra Terra, millimetro per millimetro. Ne stiano certi”.

L’articolo Il nuovo Piano Casa è legge: inizia la la controffensiva popolare e ambientalista in difesa delle coste sarde proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Maria Luisa Porcella Ciusa

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«La prima azione adottata – spiega il responsabile della Sorveglianza sanitaria, dottor Antonello Serra – è stata quella di isolare il reparto e bloccare i ricoveri. Il reparto resta attivo, con pazienti all’interno, ma in questo modo si impedisce a nuovi pazienti di entrare in contatto con il cluster. I negativi vengono messi in stanze singole, monitorati con tampone perché considerati ad alto rischio. I pazienti positivi, invece, come in questo caso, vengono trasferiti nei reparti appositi».
È la stessa Aou in un comunicato a ricostruire l’accaduto.

“È stato predisposto il trasferimento dei 15 pazienti positivi nei reparti Covid dell’Azienda. Tra questi anche il paziente ricoverato in appoggio nel reparto di Ortopedia, risultato poi positivo al tampone. La Sorveglianza sanitaria si legge nel comunicato – ha sottoposto a test sia gli operatori di quel reparto sia gli stessi pazienti e, al momento, non sono state riscontrate positività. Inoltre, tra i 15 positivi non si registrano patologie Covid ma soltanto la condizione di replicazione virale che, di per sé, non richiede terapie specifiche”.

Ci sono altri 24 pazienti nel reparto che, risultati negativi, sono stati messi in isolamento, compresi quelli in appoggio negli altri reparti. Tutti sono monitorati costantemente dal personale medico e infermieristico, in attesa si completi il possibile periodo di incubazione virale. Gli operatori, inoltre, sono stati sottoposti a tampone antigenico di ultima generazione e, oltre ai 5 individuati e isolati al proprio domicilio, tutto il gruppo di lavoro al momento negativo resta in osservazione da parte della struttura di Sorveglianza sanitaria.

Da lunedì, la struttura diretta da Serra procederà a un secondo test con tampone. «È opportuno, infatti – spiega il responsabile della Sorveglianza sanitaria – lasciare trascorrere il tempo necessario per la replicazione virale che consentirebbe di individuare, così, eventuali nuovi positivi».

«Il cluster che si è creato in Clinica Medica ci ha da subito messo in allerta – prosegue Serra – e l’intervento effettuato, simile ad altri fatti in questi mesi in altri reparti, al momento sembra dare i risultati attesi. È chiaro che si tratta di situazioni a rischio e l’azione immediata è quella che consente di limitare o bloccare la circolazione del virus».

«Si tratta di una questione di ore – precisa –, prima agisci più in fretta riduci la diffusione del virus. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di evitare che il cluster si espanda. E questo è stato fatto. Al momento, grazie ai provvedimenti emergenziali presi, la diffusione virale sembra essere controllata».

Adesso si andrà avanti per 10 giorni (dal momento dell’individuazione dell’infezione) con l’osservazione di pazienti e operatori, sino alla conclusione del periodo di incubazione. «Dopo di che – chiude Serra – sarà possibile riaprire il reparto».

Contemporaneamente viene portata avanti l’indagine epidemiologica che coinvolge la Direzione Medica del presidio, la direzione del reparto diretto dal professor Roberto Manetti, quella del dipartimento e la struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere.
Sembrano, inoltre, premature le ipotesi che nelle scorse ore sono state fatte circolare su possibili falle in uno o in un altro reparto, come a esempio nel Pronto soccorso. «Non ci sono ipotesi in merito al momento – commenta la direzione aziendale dell’Aou di Sassari – e non può essere considerato il Pronto soccorso come capro espiatorio. Una struttura che, da inizio pandemia, non ha mai sospeso le sue attività e si è fatta carico di pazienti provenienti da tutta la Sardegna. Reparto nel quale, inoltre, vengono effettuati i tamponi ai pazienti in ingresso, proprio con l’obiettivo di individuare possibili casi».

L’articolo Sardegna: focolaio nel reparto di Clinica Medica dell’Aou, 20 positivi tra operatori e pazienti proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News dalila

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Grande commozione in tutta la Sardegna per la triste vicenda di Jessica Flore, la ragazza di 22 anni morta a Ollastra a causa di un malore.

Un saluto commosso arriva dall’Università di Sassari, l’Ateneo in cui la sfortunata ragazza si era laureata in Infermieristica il 24 novembre scorso con il massimo dei voti.

«Lo scorso 24 novembre Jessica si era laureata presso il nostro Ateneo, con il massimo dei voti in infermieristica – si legge in una nota dell’Università -. L’impegnativo percorso di studi scelto da Jessica testimonia la tenacia e la determinazione nell’aiutare gli altri. Il Magnifico Rettore, prof. Gavino Mariotti e tutta la comunità universitaria profondamente commossa si unisce a questo grande dolore e rivolge l’affettuosa vicinanza ai genitori, alla sorella, ai parenti e agli amici di Jessica».

L’articolo L’Università di Sassari saluta commossa Jessica, morta a soli 22 anni: si era laureata a novembre proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Sindaci da tutta la Sardegna a Cagliari per dire no al deposito di scorie nucleari. I primi cittadini hanno indossato la fascia tricolore e hanno partecipato, dopo una lunga fila all’ingresso per la registrazione, all’assemblea promossa dall’Anci alla Fiera di Cagliari per fare il punto della situazione.

Molti di loro sono apparsi spaventati dalla possibilità di dover ricevere le scorie nucleari, ma pronti comunque alla battaglia. La contraddizione generale è che molte delle zone preposte sono a vocazione turistica (senza contare l’agricoltura), un’incongruenza palese davanti all’apertura di un deposito di scorie.

Per molti parla il sindaco di Mandas Umberto Oppus. “Voteremo una mozione speculare a quella approvata dal Consiglio regionale – dichiara – Il nostro non è un no ideologico, ma motivato. Questa assemblea è importante: autonomie regionale e locali insieme per una stessa battaglia”.

Oristano era rappresentata dal Sindaco Andrea Lutzu: “La pericolosità per la salute che quelle scorie comportano, non riguarda solo i comuni inseriti nell’elenco dei siti dove sorgeranno i depositi di stoccaggio. Questo è un tema che riguarda ogni sardo
e che irrompe in un’Isola già messa in ginocchio dall’emergenza sanitaria da Coronavirus. Mai come oggi tutti i sardi sono uniti nella battaglia a difesa della loro terra e del loro diritto alla salute. Nei prossimi giorni tutti i consigli comunali saranno chiamati a dare voce a questo protesta formalizzando con appositi ordini del giorno la ferma contrarietà alle scorie nucleari nell’isola”.

L’articolo Sindaci Sardi a Cagliari: “Con le scorie nell’Isola addio turismo” proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Roberto Anedda

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