Tra gli episodi più tragici della Resistenza c’è sicuramente il terribile eccidio delle Fosse Ardeatine. Il 24 marzo 1944 335 tra civili e militari italiani furono barbaramente trucidati a Roma dalla truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’uccisione di 33 soldati tedeschi compiuto il giorno prima in via Rasella da parte dei partigiani.

Di queste 335 vittime, ben 9 erano sardi. Questi i loro nomi: Gavino De Lunas, Gerardo Sergi, Salvatore Canalis, Giuseppe Medas, Pasqualino Cocco, Candido Manca, Agostino Napoleone, Sisinnio Mocci, Antonio Ignazio Piras.

Conosciamo la loro storia nelle biografie tratte dal sito ufficiale dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi) e da altre fonti storiche.

Candido Manca

Candido Manca

Candido Manca

Nato a Dolianova (Cagliari) il 31 gennaio 1907, fucilato a Roma il 24 marzo 1944, impiegato, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Dipendente, come ragioniere, del Ministero dei lavori pubblici – dopo avere in precedenza prestato servizio nell’Arma dei carabinieri – Manca era stato richiamato, nel 1935 e di nuovo nel 1940. L’8 settembre 1943 era a Roma come brigadiere dei CC, nella compagnia Squadre reali. Manca, riuscito a sfuggire, con altri trenta carabinieri, ai tedeschi che stavano occupando le caserme, entrò nella banda partigiana “Caruso” con l’incarico della raccolta di informazioni, ma partecipando anche a numerose azioni militari contro l’occupante. Il 10 dicembre del 1943, caduto nelle mani della Gestapo con altri due compagni di lotta, Candido Manca fu rinchiuso nelle celle di via Tasso. Nonostante fosse stato sottoposto a tortura durante ripetuti interrogatori, il brigadiere dei CC non si lasciò mai sfuggire la più piccola informazione. Fu fucilato alle Fosse Ardeatine, tre mesi dopo la cattura (Fonte: Anpi).

Sisinnio Mocci

Sisinnio Mocci

Sisinnio Mocci

Nato a Villacidro (Cagliari) il 31 dicembre 1903, ucciso dai tedeschi alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Aveva combattuto in Spagna con le Brigate Internazionali. Caduta la Repubblica, Mocci era passato in Francia, dove era stato internato nel campo di Vernet. Successivamente il combattente antifascista era stato consegnato alle autorità italiane, che l’avevano confinato a Ventotene. Tornato libero alla caduta del fascismo, dopo l’armistizio Mocci, entrato nella Resistenza, si diede ad organizzare le prime bande partigiane nel Lazio. Catturato dai tedeschi e incarcerato, fu fucilato alle Fosse Ardeatine con gli altri 334 Martiri, eliminati per rappresaglia all’azione messa a segno dai gappisti romani in via Rasella (Fonte: Anpi).

Salvatore Canalis

Salvatore Canalis

Salvatore Canalis

Nato a Tula (Sassari) il 14 novembre 1908, ucciso alle Fosse Ardeatine (Roma) il 24 marzo 1944, professore di Lettere. Salvatore Canalis (Rino per gli amici), era uno degli insegnanti del Collegio militare di Roma quando, il 13 marzo del 1944, gli fu richiesto di aderire al governo repubblichino per poter continuare ad insegnare. Già militante clandestino del Partito d’Azione, il professore rispose sdegnosamente: “Meglio la morte che aderire a questo governo!”. Il giorno dopo fu prelevato da quattro agenti della banda Kock, che lo portarono alla “Pensione Oltremare”, prima sede dell’organizzazione di torturatori fascisti. Torturato e accusato di connivenza con i partigiani, Canalis non fece i nomi dei suoi compagni di lotta e i fascisti non poterono raccogliere prove a suo carico. Lo stesso questore fascista Caruso, al quale si era rivolta per avere notizie del marito la moglie di Canalis (Regine, che il professore aveva conosciuto durante un periodo d’insegnamento in Belgio), rassicurò la donna con una frase sibillina: “Stia tranquilla, suo marito sarà sistemato tra qualche giorno”. Di lì a poco, Canalis fu trucidato alle Fosse Ardeatine. In occasione del sessantesimo anniversario dell’eccidio, la figura di Salvatore Canalis e degli altri tredici sardi che caddero in quella circostanza, è stata ricordata con un convegno a Tula, organizzato nel giugno del 2004 da quell’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia (Fonte: Anpi).

Gerardo Sergi

Gerardo Sergi

Gerardo Sergi

Nato a Portoscusso (Cagliari) nel 1917, ucciso a Roma il 24 marzo 1944, brigadiere dei carabinieri, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Aveva preso parte alla seconda guerra mondiale, impegnato nella campagna di Grecia. Rientrato in Italia era stato assegnato, a Roma, alla Compagnia Comando dell’VIII Battaglione Carabinieri. Dopo l’8 settembre 1943 era riuscito a sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi e si era impegnato nel Fronte della resistenza militare, attivo nella Capitale. Caduto nelle mani dei nazifascisti fu sottoposto a tortura, ma non si piegò. Fu fucilato alle Fosse Ardeatine (Fonte: Anpi).

Gavino De Lunas

Gavino_De_Lunas

Gavino_De_Lunas

Gavino Luna, in arte Gavino De Lunas, nasce a Padria l’11 aprile del 1895 da Pietro Luna, di professione sarto, e Maria Maddalena Are, casalinga. Dopo aver frequentato la scuola prima a Padria e poi nel vicino centro di Pozzomaggiore, nel 1914, all’età di diciannove anni, si arruola soldato volontario ordinario nel 46º Reggimento fanteria “Reggio”. Combatté nella Prima guerra mondiale, durante la quale a Sasso di Stria nel giugno del 1915 fu ferito ad una gamba. Dopo la guerra, il 4 maggio 1918 si sposa con Maria G. F. De Gioannis, dalla quale ebbe una figlia, rimasto vedovo, il 29 luglio 1920 si risposò con Antoniangela Attene, da cui ebbe tre figlie. Entrato come impiegato alle Poste e Telegrafi di Cagliari, nel 1933 rifiutò di tesserarsi al Partito Nazionale Fascista e per questo fu trasferito a L’Aquila. Durante il terremoto del 26 settembre si distinse per il particolare impegno e fu premiato con il trasferimento nel 1935 alle poste centrali di Roma. Aderì alla Repubblica Sociale Italiana e si arruolò come ufficiale nel Battaglione Volontari di Sardegna – Giovanni Maria Angioy, reparto composto interamente da volontari sardi; entrò però ben presto in contatto con le formazioni clandestine del Partito d’Azione e collaborò con la Resistenza in azioni di sabotaggio. Tradito da una spia, fu arrestato dalle SS il 26 febbraio 1944. Condotto alle Fosse Ardeatine fu fucilato il 24 marzo. (Fonte: Wikipedia).

Agostino Napoleone

Agostino Napoleone

Agostino Napoleone

Nacque a Cagliari, nella via Manno, il 14 settembre 1918 da Giuseppe, commerciante, e Carolina Ferralasco, casalinga, entrambi nativi di Carloforte. Frequentò gli studi prima a Cagliari (prima e seconda elementare), e poi a Carloforte, dove si era trasferita la famiglia, fino alla licenza media. Nel novembre 1939 è ammesso a frequentare il Corso Allievi Ufficiale di Complemento per diplomati (sez. Vascello). Nel 1940 è prima Aspirante Guardiamarina del Corpo dello S.M., successivamente Guardiamarina di Complemento e infine come Sottotenente di Vascello è imbarcato sulla Regia Torpediniera “Polluce” fino al 4 settembre 1942, giorno in cui venne affondata da un siluro. Dalla fine del 1942 è comandante di un MAS di stanza a La Maddalena e dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 si diresse a Voltri dove il giorno dopo fu coinvolto in uno scontro a fuoco contro le forze tedesche perché le truppe del Reich avevano bloccato gli accessi ai porti liguri e stavano occupando tutti i cantieri navali. Sbarcato e unitosi ad altri suoi colleghi, andò a Roma ed entrò in contatto con il Fronte Clandestino di Resistenza della Marina. Il 19 marzo 1944 venne arrestato, assieme ad altri colleghi, dalle SS e condotto nelle carceri di via Tasso per essere interrogato e torturato. Nel primo pomeriggio del famigerato venerdì 24 marzo 1944 giunse all’ultima destinazione: le Fosse Ardeatine. (Fonte: www.isoladisanpietro.org).

Antonio Ignazio Piras

Antonio Ignazio Piras

Antonio Ignazio Piras

Lotzorai (Nuoro), 12 giugno 1879. Contadino. Combattente della Grande Guerra. Antonio Ignazio Piras fu chiamato alle armi per mobilitazione col R.D. del 22 maggio 1915 e assegnato prima al 317° Battaglione di Fanteria e poi al 319°. Il 23 gennaio del 1917 giunse al deposito del 46° Reggimento Fanteria e il 28 aprile giunse al fronte, in forze al Battaglione Complementare Brigata Campagna, partecipando alle campagne di guerra del 1917 e del 1918. Durante l’occupazione tedesca di Roma pare abbia svolto attività militare in una banda partigiana. Secondo una fonte pare che abbia operato nella banda Maroncelli sotto il nome di Antonio. Fu arrestato dalla polizia repubblichina per motivi di pubblica sicurezza. Inserito nella lista dei cinquanta italiani consegnati dalle autorità fasciste ai nazisti, il 24 marzo 1944 fu trucidato dalle SS alle Fosse Ardeatine. Aveva 64 anni. (Fonte: www.carlofigari.it di Martino Contu).

Pasqualino Cocco

Pasqualino Cocco

Pasqualino Cocco

Pasqualino Cocco tra il 1938 e il 1939 seguì un corso di volo a Borore (NU) al termine del quale gli fu rilasciato il brevetto di pilota civile di I grado. Giunto alle armi, nel luglio del 1941, con il grado di I aviere sottufficiale pilota, fu destinato al Centro Istruzione Reclute dell’Aeroporto di Orvieto. Nell’estate del 1942 frequentò la Scuola piloti di Frosinone, mentre dall’aprile del 1943 seguì un secondo corso per piloti presso la Scuola militare dell’aeroporto umbro di Foligno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 giunse a Roma con il vano intento di raggiungere con mezzi di fortuna la Sardegna.  Si sistemò allora in un pensionato di via Cairoli e, successivamente, si mise in contatto con il personale dell’Ufficio Assistenza Sardi che il neo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio della Repubblica di Salò, Francesco Barracu, aveva fatto aprire nella sede del Collegio militare per arruolare tutti gli isolani in età militare che si presentavano per chiedere assistenza, nel Battaglione Volontari Sardi “Giovanni Maria Angioy”. Quando, però, gli fu imposto di partire al Nord con i repubblichini del Battaglione, egli si tagliò le vene dei polsi per evitare il trasferimento. (Fonte: www.carlofigari.it di Martino Contu).

Giuseppe Medas

Giuseppe Medas

Giuseppe Medas

Nato il 27 agosto 1908, Medas è tra i 9 sardi uccisi insieme a Rino Canalis di Tula l’intellettuale antifascista, azionista, uno dei più consapevoli della lotta ai nazisti e ai fascisti e dunque dei rischi per la propria vita nelle Resistenza romana all’indomani dell’8 settembre 1943. Avvocato, sottotenente di complemento dell’81° Fanteria, era entrato in contatto col fronte clandestino antifascista, aderì al movimento “Giustizia e Libertà” e, dopo la caduta di Mussolini, entrò nelle file del Partito d’Azione. Chiamato «il silenzioso eroe sardo», si prodigò a servire la causa della libertà. Il 3 marzo 1944, Medas si recò a casa dell’amico e collega Donato Bendicenti mentre gli agenti della polizia fascista stavano eseguendo illegalmente l’arresto di quest’ultimo e la perquisizione della sua abitazione, sita in via dei Gracchi 195. Lì, tra le ore 18,00 e le ore 19,00, fu arrestato anche l’avvocato sardo. Non gli fu contestato reato o illecito giuridico. Fu trattenuto in detenzione illegale prima nella prigione della Banda Koch in via Principe Amedeo e successivamente a Regina Coeli; carcere dal quale venne prelevato il 24 marzo del 1944 per essere condotto alle Fosse Ardeatine. Aveva 35 anni, una moglie e due figli. (Fonte: www.amsicora.net)

 

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Gli studenti del Liceo classico presso il Collegio salesiano di Lanusei.

Grazie a Maria Lidia Contu per questo stupendo scatto in bianco e nero che racconta l’Ogliastra degli anni 40.

Invia anche tu le foto del passato alla nostra mail redazione@vistanet.it. Le più belle saranno pubblicate sul nostro giornale.

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Dramma a Ilbono.

Manuel Deiana, 26enne originario di Lanusei e residente a Ilbono, è morto questa mattina stroncato da un infarto improvviso.

Il giovane si era trasferito a Ilbono per lavoro ed era fidanzato con una ragazza del posto. È stata lei ad accorgersi che il compagno era senza vita.

Sul posto sono subito accorsi i soccorritori del 118, ma per Manuel Deiana non c’è stato purtroppo niente da fare. Il medico ha potuto solo constatare il decesso.

 

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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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Un uomo vecchio ma ancora vigoroso viveva in un piccolo villaggio di pastori. Possedeva un gregge numeroso aveva una moglie fedele e buona e una figlia amatissima. L’uomo che si chiamava Sadur, che come scrive Grazia Deledda derivava da Sadurru che significa Saturnino, aveva subito come gli altri abitanti del villaggio, le incursioni dei Fenici.

Quegli uomini vestiti in maniera strana, giungevano dal mare sulle loro imbarcazioni dalle vele rosse e predavano e devastavano i villaggi, incendiavano le capanne e uccidevano le pecore per i loro banchetti. Sadur tuttavia, forte e coraggioso era sempre riuscito a mettersi in salvo portando via la moglie e la figlia, e nascondendosi col suo gregge in un posto segreto sulle montagne.

Ma Sadur stava invecchiando, la forza lo stava abbandonando, vedeva poco e le sue mani tremavano. L’uomo era sempre più preoccupato, da qualche anno quegli uomini non si presentavano più, ma lui sentiva che presto sarebbero tornati. L’unica sua consolazione era suonare le canne. Ne aveva diverse e ciascuna produceva un suono diverso, malinconico e melodioso e Sadur le suonava una per volta per non pensare alle sue preoccupazioni.

Un giorno, come Sadur aveva temuto, comparvero le navi dalle vele rosse e l’uomo ormai troppo vecchio capì che non era più in grado di scappare. Così affidò gran parte del suo gregge alla moglie e alla figlia e disse loro di andare a nascondersi nel solito nascondiglio sulla montagna. Aveva infatti saggiamente pensato che se fosse rimasto da solo alla sua capanna con poche pecore gli invasori lo avrebbero creduto solo e non sarebbero andati a cercare la moglie e la figlia. Appena arrivati i Fenici devastarono il villaggio, Sgozzarono le pecore di Sadur, e usarono il legno della sua capanna per arrostirle.

Quando trovarono le canne sonore del povero vecchio, vollero che l’uomo mostrasse loro come funzionavano, e quando Sedur si mise a suonarle rimasero incantati, il comandante dei Fenici, un giovane di bell’aspetto pretese che il vecchio le suonasse tutte insieme, Sedur che non lo aveva mai fatto prima legò le canne con dei fili d’erba robusti e trasse dal suo strumento un suono melodioso, armonioso in grado di riprodurre i suoni della natura come quelli del vento e dell’acqua, che indusse i Fenici al sonno. Quando il giovane comandante si svegliò, disse al vecchio pastore che era disposto ad accordargli qualsiasi favore fosse in suo potere.

Sedur allora confessò di avere moglie e figlia, e si fece promettere che nessuno dei Fenici avrebbe fatto loro del male. Il comandante non solo promise a Sedur che avrebbe sempre rispettato le due donne ma lo autorizzò a farle tornare alla capanna che ordinò ai suoi uomini di ricostruire. Quando poi le donne tornarono al villaggio, il giovane comandante innamoratosi della figlia di Sadur per la sua grazia e la sua bellezza, decise di sposarla.

L’articolo Leggende sarde: la bellissima storia sull’origine delle launeddas che incantarono i Fenici proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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L’Istituto dei Tacchi d’Ogliastra, oggi, ha accolto presso l’aula magna, il Team Sardum, per la presentazione del progetto ideato e promosso dalla PMI Innovativa iInformatica srl.

Si è tenuta durante l’Assemblea d’istituto la presentazione del progetto Sardum, “su giogu de sa Sardigna” a cura del responsabile del progetto, Giulio Setzu. Le ragazze e i ragazzi del Businco, tra i 13 e i 18 anni, oggi, hanno potuto prender parte all’attività ludico-educativa denominata Sardum, che rappresenta un importante volano per la valorizzazione territoriale della Sardegna e delle aree interne come l’Ogliastra.

“È stato un piacere parlare davanti a una platea di giovani e constatare un notevole interesse e una partecipazione attiva. Sono soddisfatto del debutto del progetto Sardum presso la scuola superiore, a dimostrazione ulteriore che Sardum è un progetto intergenerazionale adatto a un pubblico di tutte le età. Siamo felici di essere qua oggi anche perchè il progetto promuove delle realtà Ogliastrine come le cascate Lequarci, il paese fantasma di Gairo e alcuni elementi del patrimonio enogastronomico come il Cannonau e i Culurgiones.” Commenta Giulio, il responsabile del progetto Sardum.

Soddisfatti ed entusiasti anche i Rappresentanti d’Istituto del Businco, Roberto Demurtas e Martina Depau che affermano “Sardum è un bel progetto che ci ha permesso di coinvolgere tutti gli studenti durante l’assemblea, siamo sempre alla ricerca di attività di questo genere, che forniscono un notevole aiuto a noi rappresentanti nell’organizzazione delle assemblee, dandoci la possibilità di portare delle novità ai nostri compagni e favorendo la socializzazione fra le diverse classi.”

L’articolo Sardum, il gioco di carte della Sardegna, debutta nelle scuole. Prima tappa al Businco di Jerzu proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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670 atleti e società sportive provenienti da tutta la Regione: la gara del campionato regionale Fesik (Federazione educativa sportiva italiana karatè), importante competizione regionale di karatè tradizionale, si è svolta domenica 19 marzo al Palazzetto dello Sport Sa Rodia, a Oristano.

Diverse le Asd presenti a rappresentare l’Ogliastra, tra queste la Ippon Club Karatè Shotokan con i Dojo di Jerzu e Tortolì: i suoi atleti che si sono confrontati nelle categorie di kata (forma) e kumitè (combattimento).

A spiccare per determinazione e impegno nella categoria kata individuale, stile shotokan, cinture bianche/gialle, 6/8 anni maschile sono stati Luca Chessa, Pietro Nieddu, Federico Moi, Damiano Porcu, Francesco Carta, Nicola Frau e Nicola Piras – tra Dojo Jerzu e Tortolì.

Per la precisione tecnica e per la concentrazione, a farsi notare nella categoria 9/11 anni, cintura bianca/gialla femminile, sono state Alessia Nonnis, Greta Cannas, Irene Moi e Chiara Biolchini del Dojo Jerzu.

Ottimi risultati, nella categoria 9/11 anni, cintura bianca/gialla, per il campione regionale della sua categoria Flavio Piroddi, con secondo posto per Samuele Cannas, quarto posto per Emanuele Cerina e ottavo posto per Edoardo Bentivegna.

Per la categoria 12/14 anni femminile, bianche/gialle, quarto posto per Gioia Ruzzoni del Dojo Jerzu, mentre per la maschile, sempre bianca/gialla, il quarto posto è andato a Luca Mura del Dojo Jerzu.

Per la categoria 12/14 anni femminile, cintura arancio/verde, il secondo posto è spettato ad Agata Contu e il terzo posto a Tania Loi, del Dojo Jerzu, mentre per la corrispondente categoria maschile il terzo posto è andato ad Alberto Loi.

Ottima anche la prova nella specialità kumitè shobu nihon per i campioni regionali: primi posti per Agata Contu, Luca Mura, Tania Loi e Alberto Loi.

«Sono molto orgoglioso e felice per tutti questi ragazzi per il percorso formativo ed educativo che hanno intrapreso» dice Stefano Muntoni della asd “Ippon club karate Shotokan . «Vorrei sottolineare la loro dedizione e il loro impegno in questa nobile arte che richiede disciplina, rispetto e un costante impegno. Considerata la loro giovane età, sono consapevoli che l’obiettivo della loro formazione e crescita è basato sul rispetto delle regole e del prossimo» conclude. «Sanno bene che non dovranno arrendersi mai alle sfide del domani.»

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L’articolo Competizione regionale di karatè: pioggia di medaglie per gli atleti ogliastrini proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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“Tutto ciò che serve è la musica del mare.”

220 ore di lavoro, un amore viscerale per il proprio borgo e per l’Isola intera e una gran voglia di far brillare questo lembo di terra troppo spesso sminuito: ecco gli ingredienti dell’ultima, importante opera che l’imprenditrice arbataxina Sabrina Caredda ha prodotto.

Ma di cosa si parla?

Be’, di una miniatura del centro di Arbatax, con la bellissima cattedrale di porfido rosso che completa il quadro e che dà l’idea dell’incantevole bellezza del posto.

Ogni dettaglio è curato nei minimi dettagli, al calar del sole le lucette illuminano anche il piccolo villaggio della Caredda per dare atmosfera, e c’è persino una chicca: un culurgiones rosso, simbolo dell’Ogliastra, svetta alla sinistra della costruzione – nella rotonda del porto – che, imponente, misura 100×120.

«Rosso come l’amore che nutro per il mio paese e per la mia regione,» spiega Caredda riferendosi al tradizionale piatto ogliastrino «del resto Arbatax viene chiamata anche la Porta dell’Ogliastra.»

Ma da dove parte la scintilla per questa creazione che sta già facendo parlare di sé? «Quest’idea è nata dalla ricerca di un’attrattiva turistica» sono le parole dell’imprenditrice arbataxina. «Qui ad Arbatax, spesso, i turisti chiedono come raggiungere il centro inteso come posto dove passeggiare, incontrare altre persone, fare acquisti, mangiare un gelato. Insomma, trovare delle attrattive. E mi è venuto in mente di fare qualcosa che attirasse l’attenzione di chi viene a trascorrere le vacanze qui.»

Prossimo obiettivo della Caredda è spostare la miniatura, per adesso ubicata nell’Info Point che gestisce, in modo da liberare il posto e poter lavorare. Ci vuole una bella teca in acciaio e vetro, che la protegga dal sole – che rischia di farla scolorire – e che la renda comunque visibile dalla strada: sì, perché spostarla sì, ma di poco, in modo che sia comunque a portata di sguardo.

Tanti sono stati gli apprezzamenti per quella che è la primissima opera di questo tipo per Sabrina: «Ho anche lanciato una sfida» spiega. «Chi è appassionato di queste cose potrebbe realizzare una miniatura del proprio quartiere, in modo che ognuna di esse diventi un’attrattiva itinerante che i turisti possano ammirare facendo il giro del paese.»

E insomma, come non accogliere questa sfida?

L’articolo Il centro di Arbatax da ammirare in miniatura: l’idea di Sabrina Caredda proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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“Con cinquantadue Comuni protagonisti prende vita il settimo dei Cammini in Sardegna, che coinvolgono 300 Comuni per circa 3.200 chilometri di percorso. I Cammini, insieme ai Luoghi di pellegrinaggio e agli Itinerari spirituali, rappresentano una proposta strategica e strutturata della ‘Destinazione Sardegna’, che valorizza il patrimonio identitario, storico e culturale dell’Isola, anche attraverso la riscoperta delle vie cristiane percorse dai pellegrini”. Lo ha detto l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, in occasione della firma del protocollo per l’attivazione e la gestione del percorso spirituale, storico, culturale, ambientale e religioso denominato “Cammino di Santu Jacu”, sottoscritto dall’Assessorato regionale del Turismo, dalla Conferenza episcopale sarda, dai Comuni di Mandas (capofila), Ardara, Aritzo, Assemini, Belvì, Bitti, Bolotana, Bonorva, Cagliari, Capoterra, Codrongianos, Dolianova, Gergei, Goni, Irgoli, Isili, Ittireddu, Laconi, Loculi, Lula, Meana Sardo, Monserrato, Mores, Narcao, Neoneli, Noragugume, Nugheddu Santa Vittoria, Nurallao, Nuxis, Onifai, Orosei, Osilo, Osidda, Ozieri, Pattada, Perdaxius, Porto Torres, San Nicolò Gerrei, Sant’Andrea Frius, Sedilo, Selargius, Sennori, Serri, Settimo, Siliqua, Silius, Sinnai, Siurgus Donigala, Soleminis, Sorgono, Sorso, Tonara e dalla Municipalità di Pirri.

“La Sardegna punta sul turismo lento e spirituale e sul coinvolgimento dei territori, coi loro amministratori, per completare la sua offerta turistica – ha aggiunto l’assessore Chessa – Il protocollo firmato con la Conferenza episcopale sarda, i corsi di formazione per guide turistiche religiose, la costituzione delle Fondazioni, strumenti necessari per la gestione delle risorse che la Regione intende investire su questi progetti, sono alcune delle azioni che dimostrano l’importanza strategica di questo segmento, che risponde ad una forte domanda nazionale e internazionale. Per la sua promozione, nel fine settimana, la Sardegna sarà presente a Milano per la fiera ‘Fa’ la cosa giusta’, dove proporrà percorsi suggestivi ed esclusivi nel cuore più autentico e profondo. Un’offerta di turismo esperienziale, caratterizzata da cammini, borghi e spiritualità. Annunceremo anche la 2^ edizione di ‘Noi camminiamo in Sardegna’, in programma dal 3 all’8 ottobre 2023. Negli stessi giorni, ad Alghero sempre in tema di turismo all’aria aperta ed esperienziale, si terrà la Bitas, il principale evento di promozione e commercializzazione turistica che si tiene in Sardegna, con oltre cento tour operator internazionali, provenienti dalla Penisola e da alcuni Paesi europei ed extraeuropei (Germania, Austria, Regno Unito, Spagna, Francia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Australia, Canada e Stati Uniti) che incontreranno oltre duecento operatori isolani”.

“I Cammini, i Luoghi di pellegrinaggio e gli Itinerari spirituali sono parte integrante e indispensabile per la promozione dell’interno della Sardegna, che, insieme alla proposta estiva del mare, possono concretizzare il sogno di un’Isola che vuole vivere di turismo tutto l’anno”, ha concluso l’Assessore del Turismo.

L’articolo Nasce ufficialmente il “Cammino di Santu Jacu”: tutta la Sardegna a piedi attraverso 52 comuni proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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L’Ogliastra che vorrei! Come generare le condizioni per un’ospitalità di qualità, connettere l’offerta balneare alle esperienze dell’entroterra, fare rete tra offerta turistica e produzioni tipiche locali, orientare gli operatori a ragionare come sistema e decidere che destinazione turistica l’Ogliastra vuole diventare. Il primo degli incontri tematici di ascolto e confronto con gli amministratori dei Comuni e i Presidenti delle Unioni è il primo passo del GAL Ogliastra che vuole realizzare il progetto del Piano di Sviluppo Turistico e del turismo all seasons.

Titolare dell’investimento erogato da Sardegna Ricerche, il GAL vuole compiere un passo decisivo verso la strategia della sostenibilità e la governance della Destinazione Ogliastra con un occhio attento al quadro di esigenze ed aspettative dei soggetti pubblici e privati per metterlo in rapporto stretto con le nuove sfide del turista climate-sensitive (cioè attento all’impatto dei cambiamenti climatici) e dell’evoluzione degli scenari internazionali. Obiettivo: lavorare sullo sviluppo turistico.

Il coinvolgimento degli operatori, l’avvio di una pianificazione dei servizi, i desideri degli amministratori, le proposte di sviluppo che stanno a cuore ai sindaci: sono alcuni dei temi esaminati nella prima giornata dal gruppo di lavoro formato dagli amministratori locali, dal Presidente Vitale Pili, dalla direttrice Franca Seoni e la responsabile del progetto Annalisa Tosciri. Il consulente Beppe Giaccardi e l’analista Marco Antonioli hanno guidato il tavolo alla formulazione di una strategia.

I temi emersi all’interno dei tavoli di confronto che il GAL ha avviato saranno utili per pianificare le nuove attività, ma altri se ne possono aggiungere, assieme ai diversi attori territoriali, istituzionali e non, che vogliono contribuire con le loro idee ad arricchire il piano. L’invito che il GAL rivolge è quindi di partecipare ai tavoli di domani e mercoledì.

· 21 marzo – Guide ambientali e turistiche – h 10.00 – Aula Andrea Lusso – Piazza Repubblica – Lotzorai

· 21 marzo – Responsabili delle imprese turistiche – 15.30 – Aula Andrea Lusso – Piazza Repubblica – Lotzorai

· 22 marzo – Titolari delle produzioni tipiche locali – 10.00 – Sala Consiliare – Via Cagliari – Bari Sardo

“Il Piano di Sviluppo turistico della destinazione Ogliastra è un progetto ambizioso che si chiama “Ogliastra Comunità Accogliente e Sostenibile”, finanziato attraverso un bando regionale che ci consente di arrivare anche nei comuni che non appartengono al GAL – dice la direttrice del GAL Franca Seoni – Dobbiamo creare la governance, un sistema di gestione della Destinazione Ogliastra che metta insieme gli attori che si occupano del settore turistico. Possiamo finalmente decidere che destinazione turistica l’Ogliastra vogliamo diventare? Per farlo dobbiamo lavorare insieme!”

L’articolo Destinazione turistica Ogliastra: sindaci e Gal insieme per promuovere l’offerta turistica proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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La prima Medaglia d’oro individuale al valor militare della Marina italiana è stata concessa a un sardo. Come riportato da Mariano Cocco in “Storia della Sardegna”, tra gli eroi della resistenza all’invasione dell’Isola, sia a sud che a nord, da parte dell’esercito napoleonico, ci fu il maddalenino Domenico Millelire.

Dopo il fallimento dell’attacco a Cagliari, nel 1792, e la strenua resistenza dei miliziani sardi, i francesi provarono a spostarsi verso il nord della Sardegna. La flotta napoleonica provò a occupare Caprera e La Maddalena, ma a nulla valse la superiorità numerica transalpina contro i nostri. Addirittura, sembra che lo stesso Napoleone Bonaparte, alla guida dell’artiglieria francese, rischiò di rimanere prigioniero dei sardi.

Ecco allora che il re Vittorio Amedeo III concesse, nel 1793, la prima Medaglia d’oro al valor militare al nocchiero Domenico Millelire. Questi, infatti, nel febbraio di quell’anno, con un pugno di uomini sconfisse e mise in fuga il corpo di spedizione napoleonico nella battaglia all’arcipelago di La Maddalena.

L’articolo Lo Sapevate? La prima Medaglia d’oro della storia è stata concessa a un sardo proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News Mario Marcis

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