“In beranu”, termine in “Limba” che indica la primavera, quando i primi caldi opprimono il gregge, è tempo di alleggerire le pecore dell’ingombrante vello con “sa tundimenta”, ossia la tosatura. Uno dei momenti più intensi del pastoralismo sardo, attività che risale a tempi antichissimi.
Un vero e proprio rito, che in alcuni luoghi conserva i propri cerimoniali tramandati da padre in figlio. Attualmente in base alla zona di appartenenza, la tosatura può coincidere all’inizio della primavera nei territori vicino alla costa, per essere posticipata in estate inoltrata in quelli di montagna. In passato per millenni è coincisa con il rientro dei pastori con gli animali da “sa tramuda”, il periodo invernale nel quale le greggi venivano portate a svernare nei pascoli più ricchi e dal clima più mite dell’isola.
Sa tundimenta ha inizio all’alba con il raduno delle pecore all’interno de “sa corti”, un antico recinto chiuso di forma circolare in pietra, o in un altro spazio adibito.
Di volta in volta le pecore vengono prelevate singolarmente da questo, e sdraiate sul dorso con una abile e fulminea mossa.
Sdraiate a terra, vengono “trobias” cioè legate, in questo caso tutte le zampe affinché immobilizzate sia più facile effettuare l’operazione.
Un tempo venivano utilizzati “is ferrus ‘e tundimenta”, così denominate le forbici di ferro brunito, appuntite, grandi, lunghe oltre 30 centimetri, con lame triangolari affilatissime prive di viti e a fare da molla è una curvatura del ferro posta sul manico.
Per utilizzare questi arnesi serviva grande abilità e destrezza in quanto senza esperienza e queste abilità poteva essere ferito l’animale. Oggi “sa tundimenta” viene effettuata soprattutto tramite rasoi meccanici. Bisogna tosare la pecora in tutte le parti del corpo, dalla testa fino alla coda e bisogna effettuare l’operazione in modo tale che il vello sia composto e uniforme.
Finite le operazioni di taglio, la pecora viene liberata e riportata nello spazio recintato. La lana un tempo era un elemento importante, in quanto poteva essere venduta o utilizzata e lavorata nei telai familiari per realizzare capi in lana. Oggi resta importante oltre alleggerire l’animale dal pesante vello, anche per evitare impedimenti nel movimento.
Il banchetto rappresenta una cerimonia, organizzato dal proprietario del gregge, momento conviviale per i partecipanti alla tosatura nel quale in passato si stringevano amicizie e alleanze. Immancabili le partite “ de murra”, la tradizionale morra, durante le quali i giocatori davano prova della propria abilità animando partite infinite. Non mancavano i canti a “tenore” e a “muttetu”, espressioni canore tradizionali della nostra Isola.
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Fonte: Ogliastra News
Mario Marcis
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