Alcuni studiosi hanno affermato che i Nuragici conoscevano la scrittura prima che i Fenici giungessero nella nostra Isola. A sostenerlo G. Sanna e G.Atzori nel loro “Sardegna mediterranea”, dove riportano l’esistenza di documenti che lo provano e che risalgono ad un periodo che va dal XVI al X secolo A.C.

In particolare, i reperti a cui fanno riferimento e che testimoniano una “scrittura nuragica” sono i cocci di Orani (NU), le incisioni su dei frammenti di vaso a Nurri (CA), le incisioni su pietra a Macomer (NU), su una lamina d’oro a Santadi (CI), su un anello-sigillo a Cabras (OR) e cinque tavolette nel Sinis.

L’analisi di questa scrittura ha fatto pensare agli studiosi che fosse di derivazione orientale. Un alfabeto, o più alfabeti, messi comunque al servizio della religione e del culto dei morti.

Come spiega molto bene A.Caocci nel suo libro “La Sardegna”, anche se gli stessi studiosi ammettono che molti dati sono ancora in fase di approfondimento, si può ragionevolmente supporre che già a partire dal XIV secolo a.C i Nuragici usassero una loro forma di alfabeto, anche perchè tutti i sistemi sociali complessi ( e il loro lo era senza dubbio) che immagazzinano risorse e le commercializzano hanno bisogno di rendicontare le proprie produzioni e vendite. I nuragici, poi, lo ricordiamo, commerciavano con luoghi dove la scrittura era conosciuta da tempo come la Grecia.

 

 

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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi

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