Secondo la tradizione ogliastrina, tramandata nei racconti delle nostre nonne, lo spavento ( in sardo “s’assunconu”) andava fatto passare utilizzando – in vari modi – chi o cosa lo aveva causato al malcapitato.
Ad esempio, se era stato un cane a causarlo, si doveva prelevare un ciuffo di peli con i quali preparare “su fumentu”, una sorta di moderno suffumigio che la persona sconvolta doveva respirare a pieni polmoni.
Nel caso di uno spavento legato alla morte di una persona cara, invece, la prassi era senza dubbio più macabra, come racconta Effemme nel suo libro “Ogliastra, paesi e leggende”: si dovevano tagliare al defunto le unghie, una ciocca di capelli e un lembo dell’abito. Queste cose andavano fatte bruciare con un rametto di rosmarino e una palma benedetta e i parenti dovevano calpestare con vigore tutto per tre volte.
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi
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