La scoperta della sua esistenza è recentissima, risale al 2014 quando è stata annunciata ufficialmente dalla Società Aracnologica Britannica. L’aracnide in realtà esiste da tempi immemorabile, ma fino al 2014 veniva confuso con un altro ragno, il Cyrtauchenius molto simile. In realtà però quest’ultimo è diffuso anche in altre regioni, mente il nuragico per ora è stato individuato solo in Sardegna, da qui il nome Nuragicus.
Il ragno nuragico può raggiungere dimensioni che vanno dai 17 ai 25 millimetri per i maschi e da 13 a 17 millimetri per gli esemplari femminili. Pur avendo un aspetto che potrebbe far spaventare chi se lo trova davanti, è un ragno assolutamente innocuo per l’uomo. Molto meno per le sue prede.
L’ Amblyocarenum nuragicus infatti, viene chiamato anche ragno della botola per il suo modo di cacciare le prede. Scava una piccola tana cilindrica nel terreno e poi costruisce un piccolo coperchio con la sua tela, leggerissimo e lo rende invisibile coprendolo di foglie e terra. La sua tecnica di caccia consiste nel nascondersi sotto la botola e saltare fuori all’improvviso per catturare la preda, presa alla sprovvista. Anche se istintivamente si tende a ucciderli per il timore che possano essere velenosi, bisognerebbe imparare a riconoscerli.
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi
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