Erano da poco trascorse le 14 del 7 maggio 1945, e il tecnico Quintino Ralli ascoltava le comunicazioni di una radio militare di Algeri, dalla sua solita postazione, nella sede di Radio Sardegna, che già da qualche mese trasmetteva da Cagliari. «La Germania si è arresa»: questo il messaggio che l’emozionatissimo Ralli captò in quel pomeriggio primaverile, e che immediatamente decise di rilanciare, facendo sì che Radio Sardegna passasse alla storia per aver annunciato – in anteprima mondiale – la fine della guerra. Venti minuti prima di Radio Londra, sei ore prima di Radio Roma.
Quintino Ralli
Radio Sardegna fu la prima radio libera d’Italia dopo un duro ventennio di dittatura fascista. Le trasmissioni erano iniziate nel 1943, a Bortigali, nel cuore della Barbagia, ma la Radio era stata trasferita a Cagliari in seguito all’arrivo degli Alleati in Sardegna. Is Mirrionis, piazza d’Armi e infine viale Bonaria, al civico 124, là dove oggi hanno sede gli uffici della Rai: diversi gli spazi del Capoluogo che furono utilizzati per rilanciare le trasmissioni. Seppure nata per esigenze strettamente legate alla vita di una città in guerra, a Cagliari Radio Sardegna ebbe modo di crescere: le trasmissioni divennero quotidiane, e si arricchirono di momenti musicali, prediche politiche e religiose.
Già ai primi di quel maggio del 1945 a Roma si parlava di come chiudere quella Radio eccessivamente autonoma. Non ci fu bisogno, comunque, di grossi interventi in tal senso: con la fine della guerra molti militari tornarono alle loro case nel continente, il segnale divenne più debole e aumentarono gli scioperi. Radio Sardegna divenne quindi Radio Cagliari, ma già nel 1952 le trasmissioni si conclusero definitivamente.
Ingresso del rifugio di Bortigali (foto Franco Ledda)
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Fonte: Ogliastra News Michela Girardi
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