Lo sapevate? Quando il livello del Lago Omodeo si abbassa, compare una grande villa abbandonata.
Quando il lago artificiale fu creato per produrre energia elettrica, la vallata venne sommersa, compresi una villa, un piccolo borgo, una foresta tropicale pietrificata e alcuni nuraghi.
Il lago Omodeo è un lago artificiale della Sardegna. Si trova in provincia di Oristano, nella subregione storica del Barigadu.
È formato dallo sbarramento del fiume Tirso tramite la diga di Santa Chiara prima e dalla più recente diga Eleonora d’Arborea, situate rispettivamente in territorio di Ula Tirso e Busachi. Il bacino idrico è intitolato ad Angelo Omodeo, l’ingegnere che curò la progettazione della prima diga, che rimane parzialmente sommersa dalle acque del nuovo invaso.
Più di cento anni fa, esattamente nel 1917, fu realizzato quello che allora era il più grande lago artificiale d’Europa: il Lago Omodeo, che come detto prende il nome dall’ingegnere che lo ha progettato. Lo scopo del lago era quello di produrre energia elettrica e di sfruttare le acque del Fiume Tirso per irrigare il Campidano.
Ma prima di cominciare i lavori si dovette risolvere un problema: Zuri, un piccolo borgo che si trovava a 88 metri sul livello del mare, sarebbe stato sommerso, poiché l’acqua del lago sarebbe arrivata a 105 metri. Perciò si decise di demolirlo e di ricostruirlo più in alto, compresa una magnifica chiesa romanica del 1291.
Così la valle venne sommersa. Ogni tanto, quando il livello dell’acqua cala, viene fuori il passato: una foresta pietrificata, alcuni nuraghi, e anche quella che viene chiamata la casa del capocentrale o da alcuni “casa del custode”.
Nel 1941, in piena guerra mondiale, la diga fu attaccata da aerei britannici. Fu sostituita da una nuova, alta cento metri e lunga 582, intitolata a Eleonora d’Arborea, costruita in 15 anni e inaugurata nel 1997. La nuova costruzione sommerse in parte il precedente sbarramento.
La vallata ricoperta d’acqua custodisce un tesoro archeologico: insediamenti nuragici e quello pre-nuragico di Serra Linta stanno sott’acqua insieme a una foresta tropicale fossile, antica circa 20 milioni di anni, e al suggestivo paesino di Zuri. Il villaggio, sacrificato con la costruzione della diga, è stato ricostruito a monte, insieme alla chiesa romanica dedicata a San Pietro apostolo (del 1291), smontata e riedificata concio per concio (1923)
Per quanto riguarda la villa, in realtà in questo edificio erano ospitati il capocentrale, il vicecapo e le loro famiglie. Dall’alto gli automobilisti probabilmente non notano nulla, anche perché per buona parte dell’anno l’edificio è quasi del tutto coperto dall’acqua. Si trova proprio sotto la vecchia diga, di fronte al ponte che la sovrasta. Era una bella villa a due piani circondata da un giardino con un laghetto, un frutteto, delle palme e un banano.
L’edificio era costituito da due appartamenti perfettamente simmetrici: al piano terra la cucina con camino, un salone, un piccolo soggiorno e uno stanzino dov’era posizionato il telefono (collegato con la centrale del Tirso); al secondo piano quattro camere da letto e il bagno, e sopra un sottotetto.
A causa del prolungato periodo di siccità la casa sommersa nel Lago Omodeo puntualmente riaffiora.
Sul fronte opposto rispetto alla casa del capocentrale, si trova un altro edificio, che in passato ospitava i carabinieri di Ulà Tirso e successivamente i custodi della diga.
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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis
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