Le tuniche esterne sono dorate, mentre l’interno e bianco. Sono dolci e si prestano per moltissime preparazioni e ricette, hanno un gusto così delicato che si possono anche aggiungere crude nell’insalata.
Hanno una forma un po’ schiacciata e sono particolarmente grandi, una sola può arrivare a pesare anche un chilogrammo. Ritratte nelle sculture inconfondibili e nei bellissimi dipinti dell’artista Giuseppe Carta, banarese, non esistono in nessun altra parte del mondo. Ma qual è il loro segreto?
«Ciò che conferisce quel gusto unico e la dimensione delle cipolle è una combinazione particolare di clima e caratteristiche del terreno – spiega Luciana Sassu, presidente della Pro Loco di Banari- la terra argillosa è particolarmente fertile, e il clima con l’escursione termica tra il giorno e la notte contribuisce a renderle diverse da tutte le altre».
La semina avviene ad agosto, sul terreno preparato con letame e abbondanti innaffiature. Dopo circa 60 giorni le piantine vengono spostate dal semenzaio e trapiantate. Mentre la raccolta avviene nel luglio successivo.
«I semi vengono da piante che si tramandano da centinaia di anni, dunque il patrimonio genetico dei semi è antico e tipico di Banari – aggiunge Luciana Sassu – anche volendo piantare i semi in altri luoghi le cipolle non avrebbero quelle caratteristiche».
Da oltre dieci anni a Banari, a luglio proprio, nel periodo della raccolta, si tiene la Sagra della cipolla, che a causa della pandemia, lo scorso anno non si è potuta svolgere. «Speriamo di riuscirci quest’anno – conclude la presidente della Pro Loco – intanto auspichiamo che l’Amministrazione di Banari avvii le procedure per l’attestazione De. C.O., la Denominazione Comunale di Origine. Un riconoscimento che il Comune può attribuire per tutelare questo prodotto agroalimentare del nostro territorio e favorirne la promozione».
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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis
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