Sono dati che fanno riflettere quelli sul tasso di mortalità relativo all’anno 2020, tristemente contrassegnato dal Coronavirus.
Se nei primi due mesi dell’anno, gennaio e febbraio, la mortalità rispetto ai 5 anni precedenti (2015-2019) registrava in Italia una diminuzione del – 7% e in Sardegna di – 2,9%, conteggiando tutti i primi 9 mesi dell’anno (questi sono i dati al momento resi disponibili dall’Istat), si nota l’impatto che il Covid-19 ha avuto su questo indicatore nel 2020.
Sono infatti 557.888 le persone decedute nel Belpaese dal 1 gennaio al 30 settembre 2020, a fronte di una media nei cinque anni precedenti di 484.435. Un aumento dell’8,9%, assai significativo se si pensa che normalmente il dato sulla mortalità è in costante decremento ogni anno.
A partire da marzo e fino al mese di maggio, mesi caratterizzati dalla prima ondata di covid-19, si evidenzia un’importante “rottura” della tendenza alla diminuzione della mortalità riscontrata per i primi due mesi soprattutto nelle aree più colpite dalla pandemia. A livello territoriale è il Nord l’area in cui si registra l’inversione di tendenza
più marcata, con un aumento del 60,5%; in particolare, in Lombardia si passa da una diminuzione dei decessi del 5,6% del bimestre gennaio-febbraio 2020 a un aumento del 111,0% nei tre mesi successivi.
Giugno e luglio sono i mesi in cui invece l’effetto della prima ondata della pandemia sembra aver esaurito i suoi effetti sull’eccesso di mortalità: si registra, infatti, un livello di decessi inferiore alla media 2015-2019 dello stesso periodo.
Nel bimestre agosto-settembre, in concomitanza con il dispiegarsi della seconda fase dell’epidemia Covid-19, il numero dei decessi per il complesso delle cause torna ad essere generalmente superiore alla media 2015-2019 dello stesso periodo. La seconda fase si caratterizza per una distribuzione dei casi Covid-19 su tutto il territorio nazionale; anche l’eccesso di mortalità totale, rispetto ai 5 anni precedenti, riguarda tutte le ripartizioni, con incrementi generalmente più sostenuti nelle regioni del Centro-sud.
Tra le aree che registrano un incremento almeno del 5% si segnalano la Sardegna (8,9% di decessi in più rispetto alla media 2015-2019), la Puglia (7,8%), la Toscana (7,4%), l’Umbria (6,1%), Sicilia (5,7%) e la Calabria (5%). Le uniche regioni del nord che raggiungono o superano la soglia di incremento del 5% sono la Valle d’Aosta e il Veneto.
Nell’Isola l’incremento è stato assai significativo anche da marzo a maggio, quando l’aumento del tasso di mortalità rispetto allo stesso periodo del quinquennio 2015-2019 è stato di +7,5%. A giugno e luglio si è registrato un lieve aumento (+1,7%), mentre il dato generale segna un +3,9%.
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Fonte: Ogliastra News Mario Marcis
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