Dolo (Venezia): vicenda amara dai contorni poco chiari, quella accaduta un mese fa.

A raccontarla, Il Messaggero. Tutto inizia quando i genitori di un giovane defunto, amareggiati, non hanno potuto dare l’ultimo saluto al figlio poiché il corpo era in condizioni tremende. Da tutto ciò, è poi nata una diatriba tra famiglia del giovane, personale obitorio ospedale di Dolo e pompe funebri.

Anche il titolare delle pompe funebri aveva sporto denuncia per le condizioni della salma. La risposta fu che era giunta lì, in obitorio, già in quello stato. La Asl 3 quindi ha dato le colpe all’impresa funebre.

Ma la famiglia non è d’accordo.

“La madre aveva sentito al telefono il figlio alle ore 16 di quella domenica e il ritrovamento del cadavere in casa è avvenuto verso le 18.10, quando i genitori sono rientrati e hanno cercato di soccorrere il figlio ormai senza vita. Il corpo era ancora caldo. Hanno chiamato telefonicamente il 118, la cui ambulanza è giunta e il personale medico e infermieristico dopo aver tentato, secondo protocollo, le manovre rianimatorie, non ha potuto che constatarne il decesso. Le successive operazioni sono state rapide: alle 18.50 i carabinieri erano già sul posto; alle 19.15 concedevano il nulla osta alla rimozione del cadavere e, arrivata subito dopo l’impresa funebre, alle 20.05 la salma è stata consegnata all’obitorio di Dolo. Il giorno successivo, di prima mattina, all’obitorio, il medico legale, effettuata l’ispezione cadaverica esterna, ha certificato che il corpo era in buono stato. Ma da allora qualcosa non ha funzionato. Il martedì i familiari e Lucarda hanno concordato la data dei funerali per il giovedì successivo, con partenza dall’obitorio alle 14.30: il giovane aveva tanti amici, anche da fuori regione, e i familiari desideravano allestire una degna camera ardente. L’impresa funebre ha dunque chiesto anticipatamente di poter preparare e vestire adeguatamente la salma, ma dall’obitorio è stato risposto che le operazioni non si potevano compiere prima delle 11 del giorno stesso del funerale. Inutili i tentativi effettuati dal titolare per anticipare la preparazione” questa la ricostruzione dei genitori ripresa dal Messaggero.

Da lì, la scoperta delle condizioni della salma. L’impresario funebre ha trovato il corpo del giovane in stato di decomposizione avanzato e ha dovuto avvisare la famiglia: impossibile tenere la bara aperta.

I genitori del ragazzo promettono di andare a fondo alla questione e, per fare luce sui fatti, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A.

«In un momento tragico per noi, di elaborazione di un lutto immane, c’è stato impedito di salutare nostro figlio come avremmo voluto e come avrebbe meritato e, questo, è stato impedito anche alle tantissime persone, giunte da ogni dove, presenti alla cerimonia funebre» hanno dichiarato i genitori. «Qui si tratta di inciviltà nella gestione delle salme, nel terzo millennio, quando fin dalle origini del mondo c’è sempre stato un sacro rispetto per i morti. Questa è una violazione profonda che ha ripercussioni umane, culturali e sociali: chi si nasconde dietro la burocrazia fa emergere solo la sua pochezza umana, tanto più grave da parte di chi rappresenta un’Istituzione cardine com’è quella sanitaria».

Ora verrà scritta una lettera formale alla direzione sanitaria: si vedrà se è possibile chiedere i danni morali.

L’articolo Salma del figlio impresentabile, funzione a bara chiusa. I genitori pronti a chiedere i danni morali proviene da ogliastra.vistanet.it.


Fonte: Ogliastra News La Redazione

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